Chow: la Chiesa 'ponte' di Hong Kong verso la Cina continentale
Gesuita, 65 anni, guida la comunità cattolica della grande metropoli da più di tre anni mettendo al primo posto la sfida dell'unità e dell'educazione dei giovani in un contesto sociale difficile dopo i fatti del 2019. Conosce bene le diocesi della Repubblica popolare cinese nelle quali ha già compiuto tre viaggi ufficiali a Pechino, nel Guandong e a Shanghai.
Hong Kong (AsiaNews) – Il card. Stephen Chow Sou-yan, gesuita di 65 anni, è il volto della Chiesa in Cina tra i cardinali elettori di questo conclave. Guida la diocesi di Hong Kong da ormai più di tre anni, essendo stato consacrato vescovo il 4 dicembre 2021 nella cattedrale dell’Immacolata Concezione. Il suo insediamento è avvenuto a quasi tre anni dalla morte improvvisa del suo predecessore, mons. Michael Yeung Ming-cheung, scomparso nel gennaio 2019 appena un anno e mezzo dopo la sua nomina e proprio in un momento delicatissimo per la società di Hong Kong.
Con lui la comunità cattolica locale ha ritrovato una guida in piena autorità e autorevolezza. Papa Francesco lo ha poi creato cardinale nel concistoro del 2023, rendendo Hong Kong una diocesi che conta contemporaneamente ben tre cardinali: accanto a lui sono infatti ancora viventi due suoi predecessori ultraottantenni, il card. Joseph Zen Ze-kiun - che a 93 anni è comunque giunto a Roma intervenendo attivamente in questi giorni nelle Congregazioni generali - sia il card. John Tong-on.
Stephen Chow è nato a Hong Kong nel 1959 in una famiglia cattolica. Ha un curriculum formativo di inusuale eccellenza: ha studiato per essere leader. Ha una laurea in psicologia e una in filosofia ottenute in prestigiose università statunitensi. Entrato nei gesuiti nel 1984, ha prima studiato in Irlanda, ed è poi tornato a Hong Kong per continuare gli studi teologici all'Holy Seminary College. È stato ordinato presbitero nel 1994. Ha continuato a studiare scienze dell’educazione e di leadership presso l’Università Loyola di Chicago e nell'Università di Harvard.
Da sempre impegnato nell’ambito della formazione accademica, dal 1995 Chow ha svolto il suo ministero nelle due sedi del Collegio di Wah Yan a Hong Kong - prestigiose scuole superiori guidate dai gesuiti - dei quali divenne supervisore. Il vescovo Stephen ha grande attenzione per i temi dell’educazione cattolica e della sua libertà. Docente presso l’Holy Spirit Seminary College, dal 2018 e fino alla sua nomina episcopale nel 2021 è stato alla guida della provincia cinese della Compagnia di Gesù, che oltre a Hong Kong, Macao e Taiwan comprende anche la Cina continentale. Proprio questa assidua conoscenza e frequentazione della Chiesa in Cina - insieme alla fase nuova aperta nel 2018 dall’Accordo tra il Vaticano e Pechino sulla nomina dei vescovi - lo hanno portato a valorizzare il naturale ruolo di ponte della Chiesa di Hong Kong verso la Cina continentale.
Proprio l’immagine di un moderno ponte di Hong Kong, quello di Tsing-Ma, l’ha voluta anche nel suo stemma episcopale accanto al motto “Ad maiorem Dei gloriam” (“Per la maggior glroia di Dio”) che è il motto dei gesuiti. “Missione della Chiesa - spiegò già in occasione dell’ordinazione - è quella di essere un ponte tra le diverse parti per aiutare a incontrarsi percorrendolo”.
È quanto il card. Chow ha cercato di fare in questi anni di ministero in una Hong Kong fortemente segnata dalle manifestazioni del 2019 seguita dalla dura repressione di Pechino e dall’esodo di migliaia di giovani e famiglie, che hanno scelto di trasferirsi all’estero. In un contesto fortemente polarizzato il suo richiamo è stato quello all’unità, oltre le differenze. Rivolgendosi ai giovani in un’intervista rilasciata a Mondo e Missione nel 2021 diceva: “Immagina come vuoi che sia la Chiesa; come vuoi che sia il mondo; come vuoi sia Hong Kong. Condividi la tua visione con gli altri. Lavora con coloro che condividono la tua visione. Ma non ascoltare solo persone che la pensano come te. Se fai così, finirai anche nei loro stessi vicoli ciechi. Devi parlare e ascoltare anche persone diverse da te, e persino quelle con cui non vai nemmeno d'accordo. Solo così otterrai prospettive diverse”.
In questi tre anni ha compiuto altrettante importanti visite nella Repubblica popolare cinese: la prima a Pechino nell’aprile del 2023, la seconda nel maggio 2024 nella provincia del Guandong, dove ha incontrato le Chiese locali di Guangzhou e Shenzhen, le due metropoli del Sud della Cina affacciate come Hong Kong sul delta del Fiume delle Perle. Infine nel febbraio scorso si è recato a Shanghai in una visita di cui l’immagine più forte è stata quella della sua preghiera per la salute di papa Francesco insieme al vescovo locale Joseph Shen Bin, nel santuario della Madonna di Sheshan. Il card. Chow ha anche partecipato a entrambe le sessioni del Sinodo a Roma nel 2023 e nel 2024, in entrambi i casi insieme a due vescovi provenienti da diocesi della Cina continentale.
22/06/2020 08:57
19/06/2020 14:32