18/10/2025, 00.00
ASIA TODAY
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Cina, nove generali espulsi dal Partito Comunista alla vigilia della plenaria

Le notizie di oggi: 59 sudcoreani detenuti in Cambogia per truffe online sono stati rimpratriati. Si è dimesso dopo la sfiducia parlamentare il primo ministro mongolo Gombojav. Pakistan e Afghanistan hanno prorogato il cessate il fuoco, mentre si incontrano a Doha. Hamas ha riconsegnato il corpo di un altro presunto ostaggio morto.

CINA

Il Partito Comunista Cinese ha espulso nove generali in quella che è stata una delle più grandi operazioni di repressione pubblica contro l'esercito degli ultimi decenni. Secondo il Ministero della Difesa, i nove - espulsi anche dall'esercito - erano sospettati di gravi reati finanziari, ma l'azione sarebbe motivata da una purga politica. La notizia arriva alla vigilia della plenaria, durante il quale il Comitato centrale discuterà il piano di sviluppo economico del Paese e voterà i nuovi membri.

COREA DEL SUD - CAMBOGIA 

Un gruppo di 59 sudcoreani detenuti in Cambogia per presunto coinvolgimento in truffe online è stato rimpatriato in manette. Il gruppo è arrivato all'aeroporto di Incheon stamattina, dopo che la Corea del Sud aveva inviato una delegazione in Cambogia per discutere dei rapimenti dei suoi cittadini da parte degli scam center. Sono circa 200mila le persone - mille sudcoreane - coinvolte in truffe nel Sud-Est asiatico, alcune attirate dalla prospettiva di lavori ben retribuiti e altre costrette.

MONGOLIA

I parlamentari mongoli hanno votato per destituire il primo ministro e il presidente, gettando nuovamente nel caos politico la Mongolia. Zandanshatar Gombojav si è dimesso, dopo aver perso il voto di fiducia a soli quattro mesi dall'insediamento, accusato del tentativo di aggirare il parlamento nella nomina di un nuovo ministro della Giustizia e degli Affari interni. Anche il predecessore Oyun-Erdene si era dimesso dopo aver perso il sostegno parlamentare, a causa di accuse di corruzione e proteste di piazza.

PAKISTAN - AFGHANISTAN

Il Pakistan e l'Afghanistan hanno concordato di prorogare il cessato il fuoco di 48 ore fino alla conclusione dei colloqui previsti a Doha. Una delegazione pakistana era già arrivata a Doha, mentre quella afghana dovrebbe raggiungere la capitale del Qatar oggi, hanno riferito alcune le fonti anonime. Una tregua temporanea tra i vicini aveva interrotto mercoledì giorni di violenti combattimenti che hanno causato decine di morti e centinaia di feriti.

GAZA - ISRAELE - ARABIA SAUDITA

Le truppe israeliane a Gaza hanno ricevuto i resti di un altro presunto ostaggio che Hamas ha consegnato alla Croce Rossa nella tarda serata di ieri. Se fosse identificato, 18 corpi di ostaggi morti rimangono ancora nella Striscia di Gaza dopo che all'inizio dell'attuale cessate il fuoco ve ne erano 28. Israele ha accusato Hamas di trattenere deliberatamente alcuni dei corpi, mentre Hamas dice che non è in grado di localizzarli a causa del livello di distruzione a Gaza. Intanto, Trump sostiene che l'Arabia Saudita gli abbia comunicato la disponibilità di aderire agli Accordi di Abramo - firmati nel 2020 da Israele, Stati Uniti e Emirati Arabi.

BANGLADESH 

I pubblici ministeri del Bangladesh hanno chiesto la condanna a morte dell'ex prima ministra Sheikh Hasina per la repressione sanguinosa delle proteste studentesche dello scorso anno, che l'hanno condotta alle dimissioni. Hasina, fuggita in India, è sotto processo per crimini contro l'umanità. Secondo una registrazione audio trapelata, avrebbe ordinato alle forze di sicurezza di “usare armi letali” contro i manifestanti. Furono uccidere fino a 1400 persone. Lei nega le accuse.

GEORGIA

In Georgia si è verificato uno scandalo per la visita a Tbilisi della presidente di turno dell’Ocse, la ministra degli esteri della Finlandia Elina Valtonen, che ha voluto incontrare sul prospekt Rustaveli i partecipanti alle proteste filo-occidentali, e il premier Iraklij Kobakhidze ha quindi deciso di annullare l’incontro programmato con lei per la sua “partecipazione a una riunione illegale”, ma la stessa Valtonen ha dichiarato di aver scelto di non incontrarlo.

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