04/01/2006, 00.00
CINA
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Cina: lo sviluppo economico ha bisogno di correzioni strutturali

Lo dice un responsabile per la pianificazione economica. In programma la liberalizzazione del prezzo del carbone e l'aumento della produzione energetica, ma anche maggiore attenzione per i redditi e la produzione agricoli.

Pechino (AsiaNews/Scmp) – Nel 2006 la Cina proseguirà la rapida crescita economica. Ma occorrono cambiamenti strutturali per rendere effettivo lo sviluppo. E' l'opinione di un importante funzionario della pianificazione economica.

Ou Xinqian, vice direttrice della Commissione per lo sviluppo nazionale e la riforma (Ndrc) afferma che è urgente aumentare la produzione di cereali e i redditi agricoli, riorganizzare i settori in cui c'è superproduzione e regolare il crescente squilibrio tra importazioni ed esportazioni. Per il 2005 la Cina – ha detto Ou il 1° gennaio - ha avuto una crescita del 9,8%, maggiore delle precedenti stime a seguito della revisione avvenuta lo scorso mese del Prodotto interno lordo, stimato in 15,99 trilioni di yuan (1,93 trilioni di dollari Usa), con aumento del 16,8%.

Ma per il 2006 ci sono incognite negative quali la crescita del prezzo del petrolio, il possibile maggiore protezionismo nel commercio mondiale e l'instabilità dei mercati causata dalle speculazioni. Per proseguire lo sviluppo occorre un miglior controllo dei consumi domestici e dello sviluppo urbanistico e si deve puntare alla qualità dello sviluppo economico invece che alla sola quantità. Gli esperti concordano che la crescita cinese sarà minore nel 2006, anche come conseguenza del previsto rallentamento delle esportazioni e degli sforzi del governo per contenere gli investimenti.

I principali interventi – ha aggiunto Ou durante l'annuale forum sulla domanda e la produzione di carbone, a Jinan (Shandong) – sono previsti per il prezzo e la produzione di carbone e di energia elettrica. Questi settori hanno sofferto, in questi anni, di una produzione inferiore alla crescente domanda, problema che si prevede di eliminare entro 2 anni.

Il governo ha deciso – ha detto Ou il 2 gennaio – di togliere quest'anno il prezzo imposto sul carbone, principale fonte  per produrre energia, e lasciare il mercato libero. La Ndrc, preposta al controllo sui prezzi, interverrà solo se ci saranno notevoli aumenti o cadute del prezzo. Nel 2005 la differenza tra il prezzo imposto e quello sul mercato nella Cina orientale è arrivata a 150 yuan (18,5 dollari) la tonnellata.

Secondo gli esperti, l'iniziativa potrebbe portare a rivedere o liberalizzare anche il costo dell'energia elettrica, che i produttori lamentano non corrisponda agli aumentati costi per le materie prime.

L'obiettivo – precisa Ou – è diminuire la carenza di carbone e di energia elettrica e giungere entro il 2007 a una produzione eccedente la domanda. Si è giunti a una produzione di 500 milioni di chilowatt (kw) e nel 2005 sono stati varati progetti per produrre altri 81,17 kw; per cui per il 2006 è previsto che la domanda ecceda la produzione per meno di 9 milioni di kw (rispetto ai 30 milioni del 2003). L'insufficiente produzione di energia elettrica ha ostacolato lo sviluppo questi anni e ha costretto il governo a privilegiare le esigenze industriali rispetto a quelle domestiche e delle città.

Per il carbone è prevista una produzione di 2,26 miliardi di tonnellate, superiore della domanda stimata in 2,25 miliardi di tonnellate. "Oltre 60 tonnellate di ulteriore produzione – ha spiegato – sono state iniziate nell'anno passato".

Molti analisti osservano che Ou ha evidenziato gravi problemi strutturali ma non ha chiarito se le previsioni ottimistiche considerino questioni come la necessità di chiudere le molte miniere pericolose, oppure quella di riorganizzare la produzione industriale e lo sviluppo urbanistico per limitare il già grave inquinamento ambientale. (PB)

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