15/12/2006, 00.00
CINA – STATI UNITI
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Colloqui Usa-Cina: quasi nessun passo avanti ma tutti sono soddisfatti

Non ci sono novità di rilievo per la rivalutazione dello yuan o altre questioni controverse. Ma le parti sottolineano l’importanza mondiale dell’incontro.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Al termine dei due giorni di colloqui sulle strategie economiche, Cina e Stati Uniti non hanno raggiunto accordi sui punti di discussione. Ma le parti si dicono soddisfatte per il primo incontro che certifica l’esistenza di una reciproca dipendenza di interessi. Il prossimo incontro avrà luogo a Washington a maggio.
Pechino non ha accolto la fondamentale richiesta di Washington di rivalutare lo yuan per renderlo conforme al suo effettivo valore e ridurre lo sbilancio commerciale tra i due Paesi. Il deficit degli Usa si avvia a raggiungere il record di 229 miliardi di dollari ed è aumentato di 24,4 miliardi a novembre. La Cina sembra disposta, per ora, a consentire al più una maggiore fluttuazione della sua valuta (è già cresciuta del 3,74% dal luglio 2005), che non sarà certo sufficiente a ri-allineare le monete sull’effettivo valore reciproco.
Le dichiarazioni finali hanno voluto però evidenziare l’importanza intrinseca dei colloqui, piuttosto che ripetere i contrasti. Così il segretario Usa al Tesoro, Henry Paulson, ha detto che “Stati Uniti e Cina sanno che i nostri rapporti economici saranno più proficui se producono benefici per entrambi i Paesi. E noi sappiamo che uno sviluppo sostenibile in Cina è vitale per la crescita dell’economia globale”. La sua controparte, la vicepremier Wu Yi, ha ribadito che i colloqui sono stati molto utili e permetteranno migliori rapporti commerciali ed economici.
Anche il premier Wen Jiabao, incontrandosi oggi con Paulson, ha voluto evidenziare che “questi colloqui hanno attirato ampia attenzione dai Paesi europei e dal Giappone”.
Gli analisti concordano che le economie dei due Paesi sono ormai interdipendenti, anche se discutono su quale Stato abbia maggiore bisogno dell’altro.
Susan Shirk, professore presso l’Università della California e già esperta sinologa per il Dipartimento di Stato Usa, ritiene che sia maggiore l’interesse della Cina a collaborare con gli Stati Uniti in questioni come la non proliferazione nucleare e la diplomazia in genere, così “da poter aumentare la propria influenza [internazionale] operando in accordo con l’impegno degli Usa”.
All’opposto Jin Canrong, vicedecano della Scuola per relazioni internazionali dell’Università Renmin di Pechino, osserva che “l’ultimo decennio ha visto crescere la Cina come forza interna e status internazionale, mentre l’influenza degli Stati Uniti è diminuita per la cattiva gestione di problemi internazionali come l’Iraq”. Per questo, aggiunge, Paulson è stato accompagnato da una delegazione di massimo livello, comprendente Ben Bernanke, presidente della Banca centrale Usa, e da sei membri del gabinetto.
Jin osserva ancora che gli Stati Uniti vogliono così attirare l’attenzione del mondo, mentre il presidente Gorge W. Bush ha anche utilità a mostrare al Congresso Usa l’utilità di questo strumento.
Huang Yiping, esperto economico, osserva che entrambi i Paesi hanno interessi nazionali, ma sono pure responsabili di favorire lo sviluppo economico e l’armonia mondiale.
“Il dialogo strategico è una base di partenza – conclude Jin – che darà solo accordi nel lungo termine e non ci sarà abbastanza duttilità per risolvere la gran parte dei problemi di breve termine”. (PB)
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