Colombo: suicidio di una 15enne abusata, sistema educativo sotto accusa
Centinaia di persone hanno protestato chiedendo giustizia per Amshika che si è tolta la vita dopo "mesi di vergogna pubblica". Un insegnante denunciato per la vicenda era stato poi rilasciato, si sospetta per via di coperture politiche. La vicenda sta portando in superficie le carenze del sistema scolastico in Sri Lanka, nonché la pervasività della violenza di genere.
Colombo (AsiaNews) - In questi giorni proteste di centinaia di studenti e genitori sono andate in scena a Colombo. Chiedono giustizia per la studentessa Amshika, 15 anni, del Ramanathan Hindu Ladies’ College nel quartiere Bambalapitiya, che il 29 aprile si è suicidata. Come denunciano i familiari, la tragedia giunge dopo mesi di negligenza e vergogna pubblica. La giovane stava preparando gli esami di livello ordinario quando, nell'ottobre 2024, il suo insegnante di matematica avrebbe abusato sessualmente di lei.
Il 4 maggio, i genitori della ragazza hanno tenuto una conferenza stampa, accusando l’insegnante della scuola e un altro insegnante di ripetizioni di aver contribuito alla morte della figlia. L’8 maggio si sono tenute quindi le proteste per chiedere giustizia, in tre luoghi: vicino al complesso residenziale di Kotahena, fuori dalla sua scuola a Bambalapitiya e vicino al luogo dove svolgeva le lezioni private.
Secondo gli analisti, il suicidio della studente mette in luce le carenze del sistema educativo in Sri Lanka, nonché la pervasività della violenza di genere. Tale carenza comprende le inadempienze delle autorità preposte all'applicazione della legge, la protezione politica dei colpevoli e la mancanza di un chiaro protocollo di salvaguardia delle minori vittime di violenza. Inoltre, i ministri del governo hanno rilasciato dichiarazioni contrastanti sulla gestione del caso, mentre si moltiplicano gli interrogativi sulla negligenza istituzionale e sulle presunte azioni che hanno politicizzato il caso.
La ragazza si è suicidata nella sua residenza di Kotahena. La madre ha raccontato che il peso emotivo e la vergogna pubblica hanno fatto sì che la figlia si sentisse isolata. La 15enne ha lasciato una lettera in cui nomina il presunto abusante e descrive le circostanze che hanno portato alla sua morte. Secondo la Divisione Media della polizia, l'8 dicembre 2024 era stata presentata una denuncia, alla quale era seguito l’arresto dell’insegnante l’8 gennaio 2025. Il docente venne quindi condotto di fronte alla Corte Magistrale di Hulftsdorp, l’udienza rimandata al 10 gennaio. Poi, fu rilasciato su cauzione con divieto di viaggiare. La prossima udienza è prevista per il 19 maggio.
In Parlamento si sono tenute accese discussioni tra i deputati del governo e dell’opposizione in merito alla questione. I deputati dell'opposizione hanno sottolineato la “necessità che gli autori dei due distinti fatti siano portati davanti alla legge, per rendere giustizia alla vittima e alla sua famiglia”. “L'insegnante è stato trasferito in seguito alle proteste pubbliche - hanno reso noto -. Il preside della scuola aveva suggerito ai genitori della vittima di trasferirla in un'altra scuola, invece di intraprendere le azioni necessarie contro il colpevole”.
Secondo le indagini, la ragazza aveva inizialmente denunciato l'incidente nell'ottobre dello scorso anno. Per via delle conseguenze psicologiche legate alle violenze subite, la giovane aveva chiesto un consulto, iniziando a frequentare un altro istituto. In seguito, un insegnante di una classe che la ragazza frequentava, amico dell'insegnante di matematica maltrattante, l’avrebbe umiliata di fronte agli altri studenti, dicendole: “Amshika, ti è vietato entrare in questa classe”.
I suoi parenti e vicini di casa Suhashini Pathmarajah, Vadivel Arulaih e Sylvester Ravichnadrarajah hanno rivelato ad AsiaNews che “Amshika ha vissuto un'agonia mentale per questo incidente, che a quanto pare l'ha portata a decidere di porre fine alla sua vita. Abbiamo bisogno di giustizia. Questo può accadere a qualsiasi bambina”. Hanno quindi aggiunto: “Vogliamo che le autorità arrestino subito il colpevole. Non è adatto a fare l'insegnante. Screditiamo il preside e il personale della scuola che lo stanno proteggendo”.
La scorsa settimana, in occasione di un incontro con i media a Colombo, il presidente del Sindacato dei Servizi per gli Insegnanti dello Sri Lanka, Priyantha Fernando, ha dichiarato: “Chi sta proteggendo il responsabile della classe e l'insegnante coinvolto in questo fatto? Ci sono foto in cui questa persona ha posato con figure chiave del governo. Chiediamo a tutti di alzare la voce in questa situazione. Altrimenti, gli abusi sulle minori e le violenze sessuali diventeranno presto eventi quotidiani in questo Paese”.
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