21/10/2014, 00.00
FILIPPINE - AFRICA
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Comboniano filippino: L'ebola è una chiamata alla missione per l’Africa

P. Miguel Llamanzares rilancia l’impegno per “le persone più povere, nel continente più povero” colpite dal virus. E cita l’esempio di una suora, che ha sacrificato la propria vita per restare accanto ai malati. Fonti Oms parlano di almeno 10mila contagi e circa 4550 decessi in sette Paesi. Senegal e Nigeria dichiarate “Ebola Free”.

Manila (AsiaNews/Cbcp) - "Il virus ebola sta colpendo le persone più povere, nel continente più povero" della Terra; ecco perché è necessaria "una chiamata alla missione in Africa", per collaborare con i governi e lavorare "alla formazione della gente" e "aiutare le famiglie affette dalla malattia". È quanto ha affermato p. Miguel Llamanzares, della delegazione superiore dei missionari Comboniani del Cuore di Gesù in Asia (Mccj); a dispetto delle paure sul virus, i timori che circondano l'ultimo focolaio di febbre emorragica nell'area occidentale del continente e le migliaia di vittime, il sacerdote filippino avverte che il "sì" alla missione deve sempre continuare. 

Per il sacerdote, questi momenti di prova e difficoltà dovuti all'epidemia in Africa sono "i migliori" per andare in missione nel continente. "È questa l'ora di essere presenti" avverte il prete, e quelli che sono già sul luogo "hanno deciso di restare aiutare facendo il loro meglio". Incoraggiando i missionari e i volontari cattolici, egli cita l'esempio di una suora che ha sacrificato la propria vita ed è morta in Uganda, durante la prima fase dell'epidemia. 

P. Llamanzares esorta al contempo la comunità cattolica a pregare perché fioriscano sempre più le missioni in Africa, anche e soprattutto in tempo di crisi. Domenica 19 ottobre, in occasione della Giornata missionaria mondiale, si è pregato per le popolazioni del continente e per un sostegno a livello economico. "Controllare l'Ebola - aggiunge - e trattare la malattia richiede uno sforzo enorme anche a livello economico fra le popolazioni colpite". 

L'ultimo bilancio fornito dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) indica che vi sono quasi 10mila casi di contagio da virus Ebola e almeno 4.555 decessi, registrati sinora in sette Paesi: Guinea, Liberia, Sierra Leone, Nigeria, Senegal, Spagna e Stati Uniti. La maggior parte di essi - circa 9.200 casi accertati e 4.546 vittime - si concentrano nei tre Stati africani più colpiti: Guinea, Liberia e Sierra Leone.

In questi giorni Senegal e Nigeria sono sati dichiarati "Ebola Free". Tuttavia, per gli esperti il numero reale è superiore e si attesta attorno ai 18mila casi; del resto in alcune aree remote dell'Africa è difficile quantificare il numero reale di morti e malati. 

L'ebola è un virus molto aggressivo che causa febbri emorragiche e ha una percentuale molto alta di mortalità; il ceppo attuale ha una incidenza attorno al 90%. Il primo caso di contagio si è avuto lo scorso febbraio in Guinea, per poi diffondersi in Sierra Leone e Liberia. Esso si diffonde entrando in contatto con il sangue e i fluidi corporei dei soggetti infetti. Non esiste una cura efficace e l'epidemia degli ultimi mesi ha spinto l'Oms ha dichiarare emergenza internazionale.

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