02/02/2009, 00.00
CINA
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Contadini aiutati e sfruttati come nuovo mercato interno

Nuovo documento del Partito per sostenere il mondo rurale e per utilizzarlo nella crisi economica attuale. Preoccupazione per le rivolte sociali. Hu Jintao: l’esercito si prepari alle lotte militari.

Pechino (AsiaNews) – La crisi economica che attanaglia la Cina può essere risolta puntando sulle campagne: rendendole più sviluppate e sfruttandole come vasto potenziale di mercato interno. Intanto il presidente Hu Jintao chiede all’esercito di prepararsi a “lotte militari” dovute ai problemi economici che la nazione affronterà quest’anno.

In un documento pubblicato ieri dal Consiglio di stato e dal Comitato centrale del Partito comunista, si avverte che il 2009 sarà “l’anno più duro” del secolo, a causa del rallentamento economico che sta portando a chiusure di decine di migliaia di fabbriche e a licenziamenti a catena. Il testo sottolinea lo “speciale significato” di un progetto che vuole “lo sviluppo dell’agricoltura e delle aree rurali”. Il motivo è chiaro: sfruttare le aree rurali come “il potenziale più alto per sostenere la domanda interna”.

In tutti questi anni di sviluppo anarchico e veloce, i contadini e le campagne sono stati i settori più penalizzati: prodotti agricoli calmierati per frenare l’inflazione; migranti pagati con salari bassissimi e senza previdenza sociale (molto spesso non pagati); terreni espropriati per costruire nuove fabbriche; fiumi e laghi inquinati; carenza di strutture scolastiche e di sostegno allo studio (tanto da produrre un abbandono della scuola per l’80% dei figli dei contadini; mancanza di strutture sanitarie; differenza di reddito fra città e campagna di 1 a 4 fino a 1 a 15.

Quello di ieri è il sesto documento politico che cerca di affrontare i problemi rurali: un segno delle acute preoccupazioni della leadership di fronte alla crescente disoccupazione e alle tensioni sempre più ampie. Solo lo scorso mese, l’Ufficio nazionale di statistica ha dichiarato che a causa della crisi economica e della chiusura delle fabbriche nelle città, vi sono almeno 6 milioni di migranti senza lavoro. Ma oggi Che Xiwen, direttore dell’ufficio centrale per l’agricoltura, ha dichiarato che i migranti disoccupati sono almeno 20 milioni, circa il 15,3% di tutta la forza lavoro che proviene dalle campagne. Tutti loro sono ritornati ai loro villaggi per le feste del capodanno cinese e non sono tornati in città.

Il timore del Partito è che questi migranti creeranno tensioni sociali nelle campagne, ancora più aggravate dal risentimento per la miseria, le ingiustizie subite, la mancanza di servizi.

Il documento pubblicato ieri spinge le autorità locali a trovare posti di lavoro per i migranti e potenziare il reddito dei contadini; difendere i diritti all’uso della terra, frenando le requisizioni e le vendite ingiuste e garantendo aiuto legale a coloro che sono stati defraudati.

Tutta questa attenzione non è senza motivo. Il governo ha anche promesso aiuti per tutti i contadini che compreranno elettrodomestici, sovvenzionando il 13 % delle spese in frigoriferi, tivu a colori, telefonini, lavatrici. È prevista anche la diffusione di supermercati e nuove modalità di pagamento.

In tal modo, il mondo contadino diventerà il novo mercato in cui far defluire la sovrapproduzione delle città, colpite dalla recessione mondiale.

Il documento sull’aiuto al mondo rurale non dimentica le questioni di sicurezza, chiedendo alle autorità locali di vigilare su possibili tensioni sociali: “Dobbiamo rafforzare – si dice – la rete della pubblica sicurezza nelle campagne per prevenire che forze ostili, usando la religione, si infiltrino nelle nostre comunità rurali”.

E sempre a proposito di sicurezza, il presidente Hu Jintao ha esortato ieri i capi dell’esercito ad essere obbedienti al Partito comunista e ad essere pronti ad affrontare  quest’anno “lotte militari”. Oltre alle tensioni sociali create dalla crisi economica, quest’anno vi sono anniversari che potrebbero causare disordini. Nel 2009 si celebra il 60° anniversario della fondazione della Repubblica popolare cinese, ma è anche il 20° anniversario del massacro di Tiananamen e il 50° anniversario della rivolta tibetana.

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