Contadini in pensione solo dal 2025
Pechino (AsiaNews/Agenzie) La Cina potrebbe introdurre entro il 2025 un sistema pensionistico per i lavoratori delle aree rurali, per prevenire il futuro insostenibile carico di 400 milioni di persone anziane.
A valutare positivamente questa possibilità, contro lo scetticismo e i timori di diversi analisti, è Zeng Yi, direttore del Centro per un sano invecchiamento e gli studi sulla famiglia dell'Università di Pechino, durante una conferenza svoltasi nella capitale cinese.
"Il prodotto nazionale lordo pro-capite - ha detto il professore - è allo stesso livello di alcuni paesi dell'Europa settentrionale all'inizio del secolo scorso, quando essi hanno fissato i piani di pensionamento per le campagne. Perché ora non può farlo anche la Cina?". A suo parere, attendere il 2025 sarebbe troppo tardi per iniziare a risolvere i problemi sociali ed economici connessi all'invecchiamento della popolazione. Zeng Yi ritiene che "durante la cosiddetta 'epoca d'oro' la Cina è in grado di mobilitare una grossa somma di capitali pubblici e risparmi dei singoli cittadini per costruire una solida base finanziaria e istituzionale a favore di un programma previdenziale per gli anziani delle zone rurali".
Il problema dell'invecchiamento della popolazione riguarda soprattutto le campagne, che la giovane forza lavoro continua ad abbandonare in cerca di opportunità d'impiego nelle zone urbane più sviluppate . "Penso che il governo abbia il dovere di assumere un ruolo-guida nel monitorare la creazione di un sistema previdenziale per le campagne. È ingiusto che il governo investa solo nelle aree urbane e trascuri quelle rurali", ha affermato il professore.
Nel Paese, nel 1970, la speranza di vita era di 61 anni, mentre nel 2002 era di 71. Ogni mille abitanti, il tasso di mortalità è sceso da 8 nel 1970 a 6,5 nel 2003. Sempre nel 2003, il 23% della popolazione aveva 0-14 anni, il 70% 15-64 anni, il 7% dai 65 anni in su. Negli anni ´90 la popolazione da 0-14 anni era ben maggiore: il 27,69%; quella dai 65 in su era solo al 5,55%. Secondo l´Onu, la popolazione anziana (dai 65 anni in su) passerà dal 7% di oggi al 20% nel 2040 e nel 2050 arriverà a circa 400 milioni di persone (circa il 28,67% della popolazione). I cinesi con più di 80 anni passeranno da 8 milioni di oggi a 50 milioni.
A far invecchiare i cinesi contribuisce anche il controllo demografico, da sempre un nodo spinoso per Pechino. La politica di pianificazione familiare in particolare quella del "figlio unico" è uno dei cavalli di battaglia del governo, in nome dello sviluppo economico e sociale.
Entro il 2043 la popolazione cinese oscillerà tra 1,48 e 1,55 miliardi, secondo quanto ha detto, il mese scorso, Zhang Weiqing, ministro della Commissione per la popolazione nazionale e la pianificazione familiare. Secondo i dati della Commissione economica e sociale per l'Asia e il Pacifico delle Nazioni Unite (Unescap), a metà del 2003 la popolazione cinese ammontava a 1.319.767.000 abitanti, costituendo circa il 21% della popolazione mondiale. Il tasso di crescita annua era dello 0,7%, contro l'1,11% degli anni '80 e l'1,07 degli anni '90 (dati del quinto censimento nazionale del 2000). Secondo l'Unfpa, il tasso di fertilità (il numero dei figli per donna) - attualmente 1,8 - era 5,7 nel 1960 e 2,2 nel 1990. Nel 2003, ogni mille abitanti, il tasso di natalità è sceso a 15,2, mentre era di 33 nel 1970. (MR)
06/03/2021 10:40