23/12/2021, 13.20
ASIA-PACIFICO
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Contenimento della Cina: nessun patto Caukus-Naukus in vista

di Emanuele Scimia

Canada e Nuova Zelanda non hanno intenzione di unirsi ad Aukus, l’intesa militare tra Usa, Gran Bretagna e Australia. Per Ottawa l’accordo è però complementare ai suoi interessi nell'Indo-Pacifico. Wellington pronta a cooperare sulla cybersicurezza. I due Paesi non vogliono partecipare in modo formale a una combinazione con un forte carattere anti-cinese.

Roma (AsiaNews) – Caukus e Naukus non sono in vista. Canada e Nuova Zelanda non hanno alcuna intenzione di aderire ad Aukus, il patto militare firmato a metà settembre da Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia, che molti osservatori considerano un nuovo strumento per contenere l'ascesa geopolitica della Cina. Ottawa e Wellington sembrano in realtà interessate a cooperare sulle aree coperte dal trattato che non riguardano i sottomarini nucleari.

In ottobre il generale Nick Carter, allora capo delle Forze armate britanniche, aveva dichiarato che l'accordo trilaterale potrebbe essere ampliato. Data la loro partecipazione al Five Eyes (l'alleanza di intelligence formata dalle nazioni Aukus, più Canada e Nuova Zelanda) e i tradizionali legami all’interno della “anglosfera”, Ottawa e Wellington sembrano candidati naturali.

La posizione del Canada su Aukus è ambigua. Alla domanda di AsiaNews se il governo canadese consideri la possibilità di entrare nell'intesa trilaterale, almeno su aspetti come intelligenza artificiale, tecnologia quantistica e missilistica, il portavoce di Global Affairs Canada John Babcock ha risposto che il suo Paese “non ha cercato un coinvolgimento diretto in questo accordo”.

Babcock ha aggiunto però che Ottawa vede Aukus come complementare ai suoi interessi nell'Indo-Pacifico. “La sicurezza nella [regione] è una priorità che richiede una stretta collaborazione con una vasta gamma di partner. Il Canada rimane impegnato a lavorare con i nostri partner e alleati sulla sicurezza e la stabilità regionale”, ha detto il portavoce canadese, sottolineando che “come nazione del Pacifico, il Canada continua a espandere la sua difesa e l'impegno per la sicurezza nella regione, anche attraverso una maggiore presenza navale”.

Secondo Robert Huebert, ricercatore senior al Centro di studi militari e strategici dell'università di Calgary, non è inconcepibile che il Canada si unisca ad Aukus, che sarebbe anche a vantaggio di tutti i Paesi membri. A suo dire il problema è che “l'attuale governo canadese ha mostrato poca volontà di assumere una qualsiasi forma di politica difensiva nei confronti della Cina".

Come evidenziato da Babcock, il Canada non sta contemplando l'acquisizione di tecnologia Usa e britannica per la costruzione di sottomarini – la pietra angolare di Aukus – e al momento non intende acquisire sommergibili a propulsione atomica. Eppure il ministero della Difesa canadese ha spiegato ad AsiaNews che la Royal Canadian Navy ha lanciato un progetto per la possibile sostituzione dei sottomarini in dotazione, un’iniziativa che valuterà "tutte le opzioni disponibili".

Huebert sostiene che dal punto di vista strategico il Canada dovrebbe considerare l’acquisto di sottomarini nucleari, utili per le sue esigenze di sicurezza nella regione Asia-Pacifico e nelle sue acque artiche. Egli fa notare però che "politicamente sembra impossibile pensare che il governo canadese voglia ora perseguire un tale progetto".

A differenza del Canada, la presa di distanza della Nuova Zelanda da Aukus è più netta. Il ministero degli Affari Esteri di Wellington ha sottolineato che il fulcro dell'accordo sono i sottomarini a propulsione nucleare, proibiti nelle acque interne del Paese in base alla legge neozelandese sulla zona franca nucleare, il disarmo e il controllo degli armamenti.

Ma anche così, la Nuova Zelanda lascia una porta aperta. "Aukus prevede forme di cooperazione su altre aree emergenti di sicurezza, comprese quelle su cui lavoriamo a stretto contatto con i suoi firmatari, come la cybericurezza. Continueremo ad impegnarci in modo stretto con gli Stati Uniti, il Regno Unito e l'Australia su come collaborare a reciproco vantaggio in tali settori", ha sottolineato un portavoce del governo neozelandese.

Nella sua annuale valutazione sullo stato della difesa, pubblicata di recente, il governo neozelandese esprime profonda preoccupazione per la presenza militare cinese nel Sud Pacifico. Wellington teme che la Marina di Pechino possa stabilire un avamposto nelle isole della regione.

Robert Ayson, professore di studi strategici alla Victoria University di Wellington, non crede che la Nuova Zelanda cerchi di aderire ad Aukus come un membro effettivo. Egli è anche scettico sul fatto che i tre firmatari vogliano ciò. L’accademico neozelandese è convinto però che ci sia il potenziale per alcune discussioni "Aukus Plus" con partner di sicurezza selezionati: "Se Aukus si muove significativamente in alcune delle aree che sono di interesse per la Nuova Zelanda, tra cui la difesa cibernetica e l'intelligenza artificiale, ad esempio, allora penso che Wellington sarebbe entusiasta di partecipare a quelle discussioni".

La realtà è che Canada e Nuova Zelanda potrebbero cercare di ottenere alcuni dei benefici offerti da Aukus, ma senza lo scomodo peso di prendere formalmente parte a una combinazione militare con un forte carattere anticinese. 

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