07/12/2015, 00.00
COREA
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Corea, sacerdoti del Sud potranno celebrare messa nella cattedrale di Pyongyang

Una delegazione della Conferenza episcopale coreana è rientrata dopo quattro giorni a Pyongyang. L’annuncio questa mattina a Seoul: i sacerdoti potranno celebrare messa nella cattedrale Changchung, l‘unica chiesa cattolica della Corea del Nord. “Maggiore scambio” religioso per i prossimi anni.

Seoul (AsiaNews) – Una delegazione di sacerdoti sudcoreani “sarà inviata in maniera regolare in Corea del Nord per celebrare le maggiori festività cattoliche. Inoltre, sono stati aperti canali di dialogo per migliorare lo scambio religioso fra i due lati del confine nei prossimi anni”. Lo ha dichiarato questa mattina un portavoce della Conferenza episcopale sudcoreana. L’incontro con la stampa è stato convocato dopo il rientro di una delegazione composta da quattro vescovi e 13 sacerdoti cattolici a Pyongyang.

La visita è durata quattro giorni ed è nata da un invito dell’Associazione cattolica nordcoreana. Secondo la Conferenza episcopale, i sacerdoti che visiteranno il Nord celebreranno messa presso la cattedrale Changchung, a Pyongyang (v. foto), unica chiesa cattolica del Paese. L’incontro, ha dichiarato ancora il portavoce, “ha posto le basi per una maggiore cooperazione e scambi fra i cattolici della Corea”.

La Costituzione nordcoreana garantisce la libertà religiosa, ma essa di fatto è inesistente nel Paese. L'unico culto ammesso è quello rivolto dedicato ai leader nazionali (il “padre della patria” Kim Il-sung e suo figlio Kim Jong-il) e i fedeli di ogni religione rischiano pene durissime - e persino la fucilazione - se vengono colti in atteggiamenti “religiosi”.

Nella capitale Pyongyang esistono 3 chiese, due protestanti e una cattolica, ma sono definite “specchietti per le allodole” rivolti ai pochi turisti che visitano il Paese. In Corea del Nord non vi sono sacerdoti cattolici, pastori protestanti o monaci buddisti.

L'Associazione cattolica nordcoreana sostiene di avere 3mila iscritti, ma fonti di AsiaNews stimano il numero a meno di 800: si tratta per lo più di persone molto anziane, battezzate prima della Guerra di Corea (scoppiata nel 1950) e che non hanno alcun modo di praticare la fede. In alcune occasioni particolari come Natale, è possibile che i fedeli sopravvissuti si scambino un augurio “di pace”, ma nulla più di questo.

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