16/03/2020, 08.52
CINA
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Coronavirus: crollano produzione, consumi, investimenti ed export cinesi

La produzione industriale cala a gennaio e febbraio del 13,5%. Vendite al dettaglio si riducono del 20,5%. Affondano gli investimenti fissi: -24,5%. Primo deficit commerciale da marzo 2018 (-6 miliardi di euro). Il calo della domanda estera limita le possibilità di recupero. Le borse asiatiche non credono agli stimoli promessi in Occidente. Ieri solo 16 casi di infezione.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Secondo dati dell’Ufficio nazionale di statistica pubblicati oggi, l’economia della Cina  è crollata più di quanto atteso nei primi due mesi dell’anno a causa del coronavirus.

La produzione industriale è scesa del 13,5% per effetto della chiusura delle attività economiche, misura presa dal governo per contrastare la diffusione dell’infezione polmonare. Le aspettative erano per un calo del 3%.

La vendita al dettaglio è diminuita del 20,5%: la previsione era per una contrazione del 4%. Come per la produzione manifatturiera, è la prima volta che le vendite di beni di consumo si riducono da quando vengono compilate statistiche di questo tipo nel Paese.

Anche gli investimenti fissi sono affondati: -24,5% rispetto a una diminuzione attesa del 2%. Ma il dato più inquietante per l’economia cinese è quello relativo al commercio. Le esportazioni hanno visto un tonfo del 15,9%; le importazioni hanno registrato un -2,4%. Tradotto: per la prima volta dal marzo 2018, la bilancia dei pagamenti di Pechino è in negativo, con un deficit di circa 43 miliardi di yuan (quasi 6 miliardi di euro).

Le imprese locali stanno lentamente riprendendo a lavorare. Il governo ha annunciato la scorsa settimana che oltre il 95% di quelle di maggiori dimensioni, e il 60% di quello medio-piccole, hanno riaperto i battenti. Ma la propagazione del virus in altre parti del mondo rischia di ridurre la domanda estera, da sempre il volano della crescita economica cinese.

Al riguardo, il calo delle borse asiatiche di oggi, nonostante le misure di stimolo promesse dalle banche centrali delle principali economie mondiali, è considerato da molti analisti un segnale di sfiducia verso la capacità di Usa, Europa e Giappone di rilanciare produzione e consumi.

Intanto, le statistiche ufficiali dicono che nella giornata di ieri vi sono stati solo 16 casi di infezioni da coronavirus nel Paese. Di queste, solo quattro sono originate nell'Hubei, l'epicentro dell'epidemia. Gli altri 12 casi sono di persone ritornate in Cina da Paesi colpiti dal Covid-19: Spagna, Italia, Svizzera, Thailandia,Gran Bretagna, Egitto.

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