04/06/2021, 14.05
INDIA
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Covid-19, l'impegno dei giovani cattolici indiani accanto ai malati

di Nirmala Carvalho

In tutto il Paese i gruppi dell'Indian Catholic Youth Movement mobilitati per l'assistenza: dalla distribuzione dei pacchi viveri fino all'aiuto alle famiglie di ogni confessione religiosa per la sepoltura o la cremazione dei defunti. Le loro testimonianze: "La gratitudine della gente che incontriamo è impossibile da descrivere".

Mumbai (AsiaNews) – Dalla distribuzione dei pacchi viveri ai poveri alla cremazione dei corpi dei defunti, dall'assistenza a chi aspetta fuori dagli ospedali alle donazioni di sangue: sono i tanti volti dell'impegno dei giovani cattolici indiani accanto ai malati di Covid-19 nel Paese in queste settimane messo in ginocchio dalla pandemia.

Padre Chetan Machado, segretario esecutivo della Commissione giovani della Conferenza episcopale indiana (Ccbi), racconta ad AsiaNews questo impegno: “Nel mezzo di questa tragedia, l'Indian Catholic Youth Movement (Icym), l'associazione giovanile promossa dalla Conferenza episcopale, è stata in prima linea nelle operazioni di soccorso in molte parti del Paese. I giovani non hanno esitato a correre il rischio di infettarsi con il virus per aiutare i bisognosi, i poveri e i migranti. Le squadre dell'Icym, oltre a promuovere campagne online per le vaccinazioni, hanno offerto aiuto fisico, sostegno economico e conforto”.

“L'impegno dei giovani  - continua p. Machado - ha ridato slancio alla vita di molti. In tanti sono impegnati nella vicinanza ai pazienti negli ospedali, nell'aiuto agli anziani, accanto alle famiglie che faticano a seppellire o a cremare i loro defunti in una maniera dignitosa. I nostri gruppi stanno dando prova di grande generosità. L'Indian Catholic Youth Movement è sempre stata in prima linea durante le calamità: dalle alluvioni nel Kerala e nel Karnataka nel 2018, al terremoto in Nepal, fino ai più recenti cicloni. Con oltre 2,5 milioni di giovani in tutto il Paese, l'Icym è rimasta accanto alla gente anche nei momenti più difficili. E ora continua a farlo con le persone colpite dal Covid-19”.

Rajesh, del gruppo dell'Icym di Bangalore, ha aiutato nella cremazione e nella sepoltura delle vittime del Covid-19. “I miei genitori - racconta - non volevano che andassi, ma si trattava di una nobile causa. Ora che ho aiutato queste famiglie con le spoglie dei loro cari sono orgoglioso di essere riconosciuto come un giovane cattolico”. Robin D'Souza, un giovane di Delhi, racconta ad AsiaNews: “Darmi da fare per chi è colpito dal Covid è un modo per stare accanto a chi è lasciato ai margini a causa della pandemia. Forniamo aiuto sanitario ed economico a chi ne ha bisogno: portiamo razioni di base di viveri e medicine. Io ho il compito di rispondere alla chiamate ogni giorno e li sento spesso piangere. Facciamo in modo che nessuna richiesta di chi ha bisogno resti inascoltata: entro un paio di giorni gli aiuti arrivano”.

Leon Saldanha, presidente diocesano dell'Icym a Mangalore, spiega ad AsiaNews: “Ogni giorno è un'esperienza diversa. Vediamo gente nelle strade alla ricerca disperata di cibo e il modo in cui ci ringraziano è impossibile da descrivere. Alcuni sono talmente deboli che i loro volti si illuminano quando chiediamo loro se vogliono qualcosa da mangiare. Siamo sicuri che le loro preghiere e benedizioni ci accompagneranno per tutta la vita”.

“C'è anche gente della classe media - continua Leon - che ha una bella casa ma è diventata povera perché non può lavorare. Si vergognano di chiederci cibo, sono i loro vicini a chiamarci. Facciamo del nostro meglio per raggiungere tutti: sono sicuro Dio che sta operando attraverso di noi perché andiamo avanti ormai da 33 giorni non siamo mai stati a corto di fondi. Siamo grati a tutti quelli che ci hanno aiutato e guidato”.

Jason dalla regione del Karnataka racconta ad AsiaNews: “Vedevamo che molti lavoratori a giornata e migranti interni faticavano a trovare un pasto al giorno durante il lockdown. Per questo abbiamo deciso di distribuire pacchi di viveri. Abbiamo avviato anche una squadra per i servizi funerari che si prende cura anche delle famiglie non cattoliche, ciascuna con il proprio rito. Sono momenti difficili per tutti e ciascuno deve fare del suo meglio per aiutare gli altri”.

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