10/02/2004, 00.00
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Cristiani di Jhabua nel mirino dei fondamentalisti

New Delhi (AsiaNews) – Gruppi cristiani protestanti e cattolici hanno chiesto al governo di intervenire per fermare il conflitto religioso nello stato del Madhya Pradesh. Il segretario generale della Chiesa del North India, Enos Das Pradhan, ha inviato una lettera al Vice-Primo Ministro L.K. Advani, denunciando attacchi contro i cristiani che avvengono "a intervalli regolari". P. Donald De Souza,  vice-segretario della Conferenza Episcopale Indiana, in visita nella zona, ha definito la situazione "spaventosa".

Da alcune settimane diversi gruppi indù fondamentalisti, Hindu Jagaran Manch, la Vishwa Hindu Parishad (VHP), Bajrangdal, Durga Vahini e Sangh Parivar organizzano manifestazioni e proteste contro i cristiani, creando un clima di conflitto. I gruppi hanno assaltato scuole, bruciato auto, ferito preti, bruciato immagini di Gesù, dei sacerdoti e dei vescovi locali.

Tutto è cominciato l'11 gennaio, quando una bambina di 9 anni, indù, è stata trovata uccisa e stuprata nella toilette della scuola di Jhabua, tenuta da suore cattoliche.

Il 13 gennaio il prete della parrocchia, due vice-parroci, il preside della scuola e due prefetti sono stati fermati dalla polizia e detenuti, mentre gruppi di fondamentalisti hanno cominciato ad accusare i cristiani e la chiesa cattolica del crimine.

Il giorno dopo, guidati dai fondamentalisti del VHP, i gruppi hanno fatto un sit-in davanti alla scuola, sono penetrati dentro e hanno picchiato 10 preti lì presenti. Mentre le suore e 75 ragazze che erano ospiti della scuola venivano portate in un luogo sicuro, più di 1000 persone inferocite hanno cominciato a tirare sassi all'edificio e alla polizia che cercava di calmarli, mentre  il gruppo minacciava di bruciare le missioni cristiane della zona.

Il vescovo di Jhabua, venuto in visita, ha cercato di pacificare gli animi; il Ministro dello stato del Madhya Pradesh – di tendenze fondamentaliste – ha fatto delle dichiarazioni in cui accusava i missionari del crimine.

La sera del 15 la polizia è riuscita a catturare il colpevole, che ha confessato: lavorava in un ufficio vicino alla chiesa e non è un cristiano, ma un indù. I preti e le altre persone della missione, che erano detenuti, sono stati liberati. Ma dei nuovi gruppi giunti dal Gujarat hanno cominciato una campagna contro le conversioni fatte dai cristiani distribuendo volantini, disturbando la lezione nelle scuole, lanciando sassi agli edifici, bruciando immagini di Gesù. Mentre le violenze continuavano, la polizia è rimasta a guardare senza intervenire.

Violenze sono avvenute anche ad Alirajpur (a 29 km da Jhabua) ed a Amkhut. Ad Alirajpur i gruppi - formati da membri del VHP e del Baratiya Janata Party, il partito al potere – hanno assaltato alcune chiese e  le case di alcuni cristiani. Un sacerdote salesiano, p. Stanny Ferriera, direttore della scuola Don Bosco di Alirajpur mentre viaggiava, è stato fermato e picchiato a sangue; la sua jeep è stata bruciata. La folla poi si è mossa verso la scuola Don Bosco per bruciarla. Non potendo entrare nella scuola, sono andati nella vicina fattoria dei salesiani e hanno divelto alberi, distrutto la pompa e il sistema di irrigazione. L'arrivo della polizia ha evitato il peggio, anche se diverse case di cristiani della zona sono state bruciate. Anche la scuola ha dovuto essere chiusa per riparazioni fino al 27 gennaio.

La Conferenza Episcopale Indiana ha protestato contro "gli elementi senza scrupolo" che sfruttando "un disumano assassinio", "dividono la società". Essi sono "molto preoccupati per le minacce che vogliono eliminare la comunità cristiana di Jhabua". Nel distretto di Jhabua (1,4 milioni di abitanti) vi sono 30 mila cattolici, in maggioranza tribali Bhil, convertiti da diverse generazioni. Secondo alcuni osservatori contattati da AsiaNews, la campagna lanciata di fondamentalisti cerca di mettere i tribali contro i cristiani e i missionari per frenare le conversioni. La Conferenza Episcopale Indiana ha anche messo in guardia alcuni gruppi protestanti chiedendo loro di non focalizzarsi sulle conversioni (e proselitismo), ma sulle opere sociali di carità. Il vescovo di Jhabua, mons. Chacko Thottumarick, ha detto che "la Chiesa (cattolica) non sottolinea anzitutto la conversione esterna. Il primo obbiettivo è spirituale, morale e di miglioramento sociale della popolazione".

Intanto nella chiesa locale si teme il peggio: il recente arrivo di un ministro, conosciuto per le sue idee fondamentaliste e il trasferimento degli ufficiali della polizia che hanno difeso i cristiani, non fa sperare per il futuro.

P. Donald De Souza ha detto che le violenze a Jhabua "seguono uno schema fissato" in cui si accusano i cristiani per tutti i mali della nazione.

 

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