03/03/2012, 00.00
PAKISTAN
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Cristiani pakistani al Papa: “Shahbaz Bhatti martire della Chiesa”

di Jibran Khan - Shafique Khokhar
Nel primo anniversario della morte, in diverse città si sono celebrate messe e veglie di preghiera. Nella capitale una fiaccolata ha raggiunto il luogo in cui è morto, per mano di estremisti islamici. Consegnata a Paul Bhatti la bandiera Apma, come invito a “continuarne la missione”. Nelle elezioni al senato quattro seggi riservati alle minoranze grazie all’opera di Shahbaz.

Islamabad (AsiaNews) - Un appello a papa Benedetto XVI, perché dichiari "Shahbaz Bhatti martire della Chiesa". Così i cristiani del Pakistan - assieme a musulmani, indù e altre minoranze - hanno onorato la memoria di Shahbaz Bhatti, ministro cattolico assassinato il 2 marzo 2011. Nel primo anniversario dalla morte si sono tenute messe e veglie di preghiera a Faisalabad, nel villaggio natale di Khushpur (nel Punjab), a Lahore, nel Multan, a Karachi e in altre località. Nella capitale Islamabad, dove è morto per mano degli estremisti, si è tenuta la cerimonia conclusiva, con una fiaccolata (nella foto) che ha toccato la sua abitazione e il luogo in cui è avvenuto l'agguato mortale. Nel corso della giornata, un gruppo di attivisti ha consegnato a Paul Bhatti, fratello di Shahbaz e attuale consigliere speciale del Primo ministro Gilani per l'Armonia nazionale, la bandiera di Apma - All Pakistan Minorities Alliance, fondata proprio dal ministro cattolico - come segno concreto di un passaggio del testimone e un invito a "continuarne la missione" nella lotta per l'uguaglianza e la parità dei diritti fra cittadini.

Shahbaz Bhatti è stato ucciso la mattina del 2 marzo 2011 mentre andava al lavoro, il corpo crivellato da una trentina di proiettili. In questi mesi gli inquirenti hanno cercato di insabbiare la vicenda, attribuendo il movente a dissapori familiari o a divergenze economiche. Ad oggi non si ha un identikit degli attentatori, anche se il gesto è stato fin da subito rivendicato da una fazione estremista pakistana. Gli inquirenti ammettono di brancolare nel buio. Tuttavia, la società civile intende mantenere vivo il suo ricordo, promuovendone il testamento politico e culturale per un Pakistan laico e multiculturale, come pensato dal padre fondatore Ali Jinnah.

Mons. Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi e amico personale di Shahbaz, ha celebrato la messa di suffragio a Faisalabad; nell'omelia il prelato ha ricordato che egli "è vivo nella nostra memoria per la sua missione e il suo sacrificio nel nome della cristianità". Era un ambasciatore di pace, ha aggiunto il presidente della Conferenza episcopale pakistana, di amore, di uguaglianza e fratellanza e "continueremo la nostra battaglia seguendo le sue orme". P. Anjum Nazir ne ha esaltato la fede incrollabile, tanto che il ministro cattolico "teneva sempre con sé un rosario" in ogni momento della giornata. P. Pervez Emmanuel, raccogliendo il sentimento di tutta la comunità cristiana pakistana, ha invece lanciato un appello a Benedetto XVI, perché dichiari "Shahbaz Bhatti martire della Chiesa".

Il ministro per le Minoranze è stato ucciso per la sua battaglia contro la blasfemia e la difesa di Asia Bibi, la 45enne e madre di cinque figli condannata a morte in base alla "legge nera". P. Pervaiz, parroco di Khushpur, villaggio a grande maggioranza cattolico, ha parlato delle elezioni per il senato pakistano in cui, per la prima volta e proprio grazie all'opera del ministro, saranno assegnati quattro seggi ai rappresentanti delle minoranze. "È il risultato della battaglia di Shahbaz" ha commentato il sacerdote. P. Anwar Patras aggiunge infine che "ha vissuto la sua vita come un vero discepolo di Cristo" e, pur sapendo "che sarebbe stato assassinato, è rimasto fermo nella lotta per dar voce agli emarginati".  

 

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