13/10/2025, 14.39
EGITTO - ASIA
Invia ad un amico

Da Prabowo a Netanyahu, voci e smentite intorno al vertice di Sharm el Sheik

Prima l’annuncio della presenza del premier israeliano alla firma dell'accordo, poi ritirata per la concomitanza con una festa ebraica (ma il probabile motivo reale è la presenza del leader dell'Anp Abu Mazen). Fonti israeliane annunciavano anche per domani una storica visita del presidente indonesiano Prabowo a Gerusalemme, ma il ministero degli Esteri di Jakarta ha smentito. Modi snobba il vertice: a rappresentare l'India il numero tre della diplomazia.

Gerusalemme (AsiaNews) - Annunci e smentite, voci che si rincorrono sottobanco e note ufficiali nel tentativo di fare chiarezza hanno contraddistinto queste ore di viglia dell’atteso vertice di Sharm el-Sheikh, in Egitto, per la firma del “piano di pace” per il Medio oriente alla presenza di 20 capi di Stato e di governo. Un incontro che va oltre il significato di facciata e voluto con forza dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump - artefice dell’accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi fra Israele e Hamas - anche in vista delle fasi successive dell'accordo. Tuttavia, non mancano assenze con Netanyahu che ha declinato l'invito arrivato all'ultimo momento. Ma anche il premier indiano Narendra Modi, all’incontro nella terra dei Faraoni non ha inviato nemmeno il capo della diplomazia di Delhi, delegando solo il terzo in scala gerarchica a conferma di un messaggio politico tutt’altro che simbolico.

In mattinata il Times of Israel aveva anticipato la visita, in programma domani e prima assoluta per un capo dello Stato della nazione musulmana più popolosa al mondo, del presidente indonesiano Prabowo Subianto in Israele. L’indiscrezione aveva iniziato a circolare in mattinata di oggi, mentre l’attenzione delle cancellerie globali era rivolte a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Nella località turistica affacciata sul mar Rosso si tiene oggi la firma del piano di pace per il Medio oriente alla presenza di 20 leader globali fra i quali: il turco Recep Tayyip Erdogan, il francese Emmanuel Macron, il re Abdullah II di Giordania, il re del Bahrain Hamad bin Isa Al Khalifa, il premier britannico Keir Starmer, la presidente de Consiglio italiana Giorgia Meloni e il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif.

Assente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che, nonostante il tentativo di invito in extremis del leader del Cairo (sostenuto dalla Casa Bianca), ha declinato con un post sui social per - almeno secondo la motivazione ufficiale - la “vicinanza della festa ebraica” del Sukkot. Ma il vero motivo va cercato probabilmente nella presenza del presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, che Netanyahu non incontra da anni e che in questi mesi ha sempre categoricamente escluso da qualsiasi ruolo nel dopo-guerra a Gaza. E nel veto di alcuni degli altri leader presenti (il turco Erdogan avrebbe rifiutato di far atterrare il suo aereo al Cairo finché Netanyahu non ha declinato l'invito). Altro attore regionale assente è l’Iran, sempre più ai margini della politica regionale e internazionale dalla guerra dei 12 giorni con Israele (e Stati Uniti) del giugno scorso. 

Tornando alla (mancata) visita di Prabowo che per qualche ora aveva tenuto banco fra le agenzie di stampa e gli analisti internazionali, è servita una nota ufficiale del ministero degli Esteri di Jakarta per fare chiarezza e smentire ufficialmente la notizia. L’Indonesia non ha al momento rapporto diplomatici ufficiali con Israele, ma si è mostrata decisamente attiva nelle ultime settimane per una soluzione di pace a Gaza dicendosi anche pronta a inviare almeno 20mila soldati di peacekeeping per contribuire alla stabilizzazione della Striscia. Inoltre, alcune fonti istituzionali - dietro anonimato - avevano affermato che la nazione asiatica sarebbe pronta ad unirsi agli “Accordi di Abramo” mediati dagli Stati Uniti e già sottoscritti da alcuni Paesi di primo piano a maggioranza musulmana, fra i quali gli Emirati Arabi Uniti (Eau).

Il ministro indonesiano degli Esteri Sugiono ha spiegato che Prabowo, al termine dell’incontro in Egitto, farà immediatamente ritorno nel Paese. Anche il portavoce del Ministero degli Affari Esteri indonesiano Yvonne Mewengkang ha negato con forza la notizia, sottolineando che “non è al vaglio” alcuna visita del presidente in Israele.

Dal vertice di Sharm el-Sheikh emerge anche la freddezza di Delhi rispetto al piano di pace di Trump per il Medio oriente, perché fra le nazioni presenti alla firma l’India è la sola ad aver inviato un rappresentante di secondo piano, il sottosegretario agli Esteri Kirti Vardhan Singh. Una scelta dietro la quale si scorgono le tensioni con Washington e gli scontri (commerciali) con la Casa Bianca nella partita sui dazi, unita ad una politica di avvicinamento da dietro le quinte con Israele del premier Modi che ha archiviato decenni di tradizionale sostegno palestinese.

Il fattore più evidente che potrebbe aver influito sulla decisione indiana è però il fatto che il primo ministro pakistano Sharif sarà presente al vertice e Delhi con tutta probabilità vuole evitare che il Modi condivida la scena con lui. L’altro fattore potrebbe essere stato il rischio che Trump, che co-presiede il vertice, lo utilizzi per ribadire ancora una volta la sua affermazione di aver mediato un cessate il fuoco tra India e Pakistan all'indomani dell’operazione Sindoor. Nei giorni scorsi il premier indiano ha accolto con favore il piano di pace in 20 punti per la fine della guerra fra Israele e Hamas, ma è altrettanto probabile che lo stesso Modi voglia tenere separate le due questioni. E non offrire all’inquilino della Casa Bianca un’altra occasione per attribuirsi il merito di aver allentato le tensioni tra Delhi e Islamabad, peraltro tutt'altro che sopite come sta mostrando anche l'escalation di queste ore intorno all'Afghanistan. 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Oded Lifshitz e il kibbuz Nir Oz: il sogno di pace spezzato da Hamas
20/02/2025 15:16
Mons. Nahra: un rene donato, i ‘piccoli gesti’ di speranza per israeliani e palestinesi
14/02/2025 13:50
P. Bashar: a Taybeh bloccati e sotto attacco. La Cisgiordania ‘una seconda Gaza’
07/02/2025 12:55
Suor Nabila: ‘inimmaginabile’ il piano di Trump (e Netanyahu) su Gaza
05/02/2025 13:50
Gaza: anche il cristiano thai Watchara Sriaoun fra gli ostaggi liberati da Hamas
30/01/2025 13:53


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”