24/08/2010, 00.00
NEPAL
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Da due mesi senza governo, il Nepal rischia ora la bancarotta

di Kalpit Parajuli
Il Parlamento ha fallito ieri per la 5a volta l’elezione di un nuovo primo ministro. Bloccata l’approvazione del bilancio, fondamentale per ottenere i fondi Onu che fanno funzionare scuole, ospedali e programmi di sviluppo. Analista: “Se la politica rimarrà in questo stato per più di un mese, tutti i progetti di sviluppo economico falliranno".

Kathmandu (AsiaNews) – Da quasi due mesi il Nepal è senza un governo, dopo le dimissioni del premier Madhav Kumar Nepal, avvenute il 30 giugno scorso per le pressioni del partito maoista. Ieri il parlamento ha fallito per la 5a volta l’elezione di un nuovo primo ministro, bloccando l’approvazione del bilancio, fondamentale per ottenere i fondi Onu che fanno funzionare scuole, ospedali e programmi di sviluppo. Oggi il governo ad interim, ha approvato una soluzione provvisoria che dà accesso a un terzo dei finanziamenti, scatenando proteste tra i funzionari che preferiscono attendere la nuova seduta del parlamento, prevista per il 5 settembre.

Jagdish Chandra Pokharel, vicedirettore della National Planning Commission dice che "tutte le attività di sviluppo sono completamente bloccate”.”I burocrati – continua - dovranno rielaborare un nuovo bilancio, quando il nuovo governo sarà formato. Per questa ragione rifiutano una soluzione provvisoria e al momento i principali piani di sviluppo nazionale sono in un limbo”. Secondo  Bishwambhar Pyakurel, analista economico, il ritardo nella nomina del nuovo governo  ha bloccato tutte le attività economiche e, senza una pianificazione, le poche entrate vengono utilizzate in modo arbitrario. “Se la politica – aggiunge - rimarrà in questo stato per più di un mese, tutti i progetti previsti per il prossimo anno falliranno".

L’attuale stallo politico ed economico è dovuto alle continue frizioni tra l’Alleanza dei sette partiti, presente già al tempo della monarchia, e il partito degli ex guerriglieri maoisti, che nel 2008 ha vinto le elezioni per l’assemblea costituente, avvenute dopo decenni di guerriglia. A partire dal 2006 Onu e comunità internazionale hanno elaborato un processo di pace che implica il disarmo delle milizie maoiste e il loro assorbimento nell’esercito. Ma il presidente Ram Baran Yadav, timoroso del troppo potere dei maoisti, si è rifiutato fino ad ora di integrare gli ex ribelli nell’esercito. Il 4 maggio 2009 Prachanda si è dimesso dalla carica di primo ministro e per circa un anno ha guidato le proteste che in giugno hanno costretto il premier ad Interim Kumar Nepal alle dimissioni.

Al momento sono tre i partiti che possono presentare un candidato: Nepali Congress (NC), United Marxist-Leninist (UML) e Unified Communist Party of Nepal-Maoist (UCPN-M). Nessuno di loro possiede però i seggi necessari per formare da solo un governo in grado di prendere decisioni e i leader dei partiti minori non sono disposti a concedere voti agli avversari e ieri hanno votato in massa scheda bianca.   

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