Delhi accelera sul prossimo censimento: sarà interamente digitale e si svolgerà in due fasi
L'India sta preparando il suo primo censimento interamente digitale dopo 15 anni di ritardi. Torneranno a essere incluse le caste, ma anche dettagli sui movimenti migratori interni. Tuttavia nelle regioni più povere e remote milioni di persone rischiano di non essere conteggiate, con ripercussioni sui fondi federali e sui programmi di welfare
New Delhi (AsiaNews) - L’India sta procedendo con le operazioni per condurre il censimento della propria popolazione, stimata intorno i 1,47 miliardi, entro i prossimi due anni. Si tratta di una delle più grandi rilevazioni demografiche al mondo e per questo si svolgerà in due fasi tra il 2026 e il 2027. L’ultimo censimento risale al 2011, anche se sarebbe previsto ogni dieci anni: quello del 2021 fu rinviato a causa della pandemia e poi slittò nuovamente per via delle elezioni del 2024.
Secondo l’ultima comunicazione ufficiale, il Registrar General of India (RGI), l’organo responsabile della gestione dei dati demografici e linguistici del Paese, ha richiesto a tutti gli Stati e Territori dell’Unione di completare entro gennaio 2026 la nomina dei funzionari incaricati della raccolta dati. Gli addetti saranno suddivisi in enumeratori e supervisori: ogni enumeratore gestirà circa 700-800 persone, mentre un supervisore coordinerà il lavoro di sei enumeratori. È inoltre prevista una riserva del 10% di funzionari pronta a intervenire in caso di imprevisti. In base alle Census Rules del 1990, gli enumeratori possono essere insegnanti, impiegati o funzionari statali o locali, mentre i supervisori saranno generalmente ufficiali di grado superiore.
Sebbene la nomina ufficiale avverrà più avanti, i futuri funzionari devono essere prima identificati e registrati sulla piattaforma digitale Census Management and Monitoring System (CMMS), sviluppata appositamente dall’RGI per gestire e monitorare tutte le attività del censimento. L’operazione sarà infatti completamente digitale: i funzionari raccoglieranno i dati principalmente tramite un’app installata sui propri smartphone e i cittadini potranno auto-enumerarsi sul portale dedicato. Per rispondere alla diversità linguistica del Paese, l’app sarà disponibile in inglese, hindi e altre 16 lingue regionali.
Il censimento si articolerà in due fasi. La prima, chiamata House Listing and Housing Census, dedicata alla rilevazione e geolocalizzazione gli edifici, si svolgerà tra aprile e settembre 2026, in un periodo di 30 giorni concordato con i governi statali. La seconda fase, la Population Enumeration (PE), avrà luogo a febbraio 2027. Faranno eccezione il Territorio dell’Unione di Ladakh, alcune aree remote del Jammu e Kashmir e gli stati dell’Himachal Pradesh e dell’Uttarakhand, dove la raccolta sarà anticipata a settembre 2026.
Per la prima volta il censimento includerà la raccolta di dati sulle caste, che non venivano rilevate dal 1931, condotto durante il periodo coloniale britannico. Saranno inoltre registrate informazioni più dettagliate sui movimenti migratori: luogo di nascita e ultima residenza, durata del soggiorno attuale e motivazioni della migrazione.
Il censimento fornisce dati fondamentali per definire le politiche sociali del governo, assegnare e distribuire i fondi federali, mappare l’elettorato e orientare le principali decisioni politiche. Molti osservatori discutono già delle implicazioni che il censimento avrà in India, incluso il rischio che alcune categorie possano essere escluse dai programmi di welfare.
Nonostante l’India non sia la prima ad adottare un censimento digitale o ibrido, già utilizzata da Stati Uniti, Inghilterra, Ghana e Kenya, la vastità del campione rende l’impresa ancora più complessa e ambiziosa, alimentando diverse preoccupazioni. L’utilizzo di sistemi digitali dovrebbe accelerare il processo, permettendo di ottenere risultati provvisori in circa dieci giorni (e quelli definitivi in sei-nove mesi), ridurre gli errori di trascrizione e la sottostima delle popolazioni migranti e rurali. Inoltre consentirà un importante risparmio di costi, evitando l’acquisto di tablet, come avvenuto in molti censimenti digitali africani, e le lunghe giornate necessarie alla digitalizzazione di milioni di moduli cartacei.
I censimenti digitali, tuttavia, hanno mostrato in passato qualche criticità. La principale riguarda il rischio che non vengano conteggiate parecchie persone che rientrano nelle fasce più povere ed emarginate, soprattutto nelle aree dove Internet è ancora poco diffuso, come gli Stati indiani nord-orientali, le regioni himalayane, ma anche molte zone rurali interne. Anche gli anziani e altre categorie meno familiari con la tecnologia potrebbero incontrare difficoltà, ostacolando una raccolta dei dati accurata.





