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INDIA
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Delhi: rimosso da YouTube un documentario della Bbc sul premier Modi

Nella prima puntata della serie una squadra d'inchiesta racconta le indagini sul ruolo del primo ministro durante le rivolte del Gujarat nel 2002. Per il ministero degli Esteri è intriso di "pregiudizio" e "mancanza di obiettività". Nel frattempo il dicastero dell'Informazione ha proposto una modifica di legge per impedire la diffusione di quelle che il governo decide essere "fake news".

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) -  Il ministero degli Esteri indiano ha bollato come “propaganda” un recente documentario della Bbc sul primo ministro Narendra Modi mandato in onda due giorni fa e ieri rimosso da YouTube. "Il pregiudizio, la mancanza di obiettività e la persistente mentalità coloniale sono ben visibili", ha detto Arindam Bagchi, portavoce del ministero, aggiungendo che il documentario non è stato proiettato nel Paese, in linea con le nuove proposte del governo di censurare tutto ciò che le agenzie governative di fact-checking stabiliscono essere “fake news”.

Nella prima puntata della serie, intitolata “India: The Modi Question”, e di cui il secondo episodio uscirà il 24 gennaio, una squadra inviata in dal Regno Unito per indagare sulle rivolte del Gujarat del 2002, afferma, sulla base di un rapporto spedito al governo britannico ma mai pubblicato, che Modi, allora primo ministro dello Stato indiano, è stato “direttamente responsabile del clima di impunità" che ha portato alle violenze tra indù e musulmani. 

Tra febbraio e marzo 2002 si sono verificati ampi scontri settari che hanno causato la morte di oltre 2mila persone (il governo indiano dice di averne registrate la metà). Secondo il gruppo d’inchiesta, Modi ha impedito alla polizia di intervenire per fermare le aggressioni contro i musulmani. Nel 2012 la Corte suprema indiana ha prosciolto Modi da tutte le accuse e solo l’anno dopo un magistrato locale ha accettato di visionare il report inglese.

Lo stesso giorno in cui il documentario veniva mandato in onda, il ministero della Tecnologia e dell’Informazione ha proposto al governo una modifica della legge che regola la pubblicazione di contenuti online e nei confronti della quale la Editor Guild of India ha espresso grande preoccupazione: “Esistono già diverse leggi per gestire i contenuti che risultano essere di fatto errati", ha scritto l’associazione su Twitter. "Questa nuova procedura serve fondamentalmente a rendere più facile imbavagliare la stampa libera” e soffocare “le legittime critiche al governo” necessarie per il buon funzionamento di una democrazia.

Negli ultimi due anni il governo indiano si è più volte scontrato con le piattaforme social che si sono rifiutate di rimuovere determinati account o contenuti online. In base all’emendamento proposto, viene vietato alle piattaforme di diffondere qualunque informazione che le agenzie governative ritengano falsa o ingannevole, e la formulazione della legge sembra dare carta bianca al governo nel definire cosa può essere ricondiviso e cosa no sul proprio operato.

L’unità chiamata Press Information Bureau che dovrebbe verificare la veridicità delle notizie pubblicate dai media indiani è stata creata nel 2019 ma negli ultimi tre anni è stata spesso criticata per aver segnalato contenuti critici nei confronti dell’esecutivo e perché più volte ha bollato come notizie false documenti che si sono poi rivelati essere veri.

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