06/05/2004, 00.00
HONG KONG - CINA
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Democratici apprezzano la visita di mons. Zen a Shanghai

Hong Kong (AsiaNews) – I democratici cattolici di Hong Kong hanno applaudito alla visita della scorsa settimana del vescovo cattolico Joseph Zen Ze-kiun a Shanghai, sua città natale, considerandola un'opportunità per aprire il dialogo con Pechino e promuovere l'obiettivo del suffragio universale. Alcuni democratici hanno manifestato entusiasmo per l'invito dei funzionari cinesi al vescovo pro-democratico in esilio, ritenendolo un segno positivo di apertura da parte del governo cinese.

Jackie Hung Ling-yu, portavoce del Fronte civile per i diritti umani, ha detto che "la Cina ha fatto un gesto di amicizia. Speriamo che ci ascoltino di più".

Il democratico Szeto Wah, lui stesso bandito dall'entrare in Cina dall'89, ha rifiutato un precedente invito per una visita segreta nel paese, ma ha espresso il suo sostegno al viaggio del vescovo, dicendo di essere contento che mons. Zen sia andato in Cina. Perfino quelli che hanno un'opposta visione politica concordano che la visita è positiva per le relazioni tra Hong Kong e la Cina. Uno dei più severi critici del vescovo, il sacerdote filo-cinese p. Luke Tsui Kam-yiu, ha detto che l'incontro tra il vescovo e i funzionari cinesi avrà un impatto positivo sulle relazioni tra la diocesi locale e Pechino.

Personalità ecclesiastiche hanno detto ad AsiaNews che il viaggio di mons. Zen era in cantiere da mesi, ed è con molta probabilità solo frutto di una lotta all'interno del Partito da parte di membri più aperti, "amici" del vescovo. La visita perciò non avrebbe implicazioni politiche a breve scadenza.

Durante la sua visita il vescovo non ha parlato di questioni politiche, rendendo il suo soggiorno di 3 giorni più come un "pellegrinaggio" sentimentale nella propria casa, ma ha incontrato funzionari cinesi non bene identificati ed è stato ospite a spese delle autorità di Shanghai.

Mons. Zen ha anche detto di sperare che la sua visita condurrà a un ulteriore dialogo con Pechino.

I funzionari cinesi hanno spesso accusato il vescovo, cui è proibito entrare nel paese dal 1998, di interferire nelle questioni politiche per la sua netta posizione sui diritti umani, le leggi di sicurezza nazionale e le riforme politiche. Mons. Zen è da lungo tempo sostenitore del suffragio universale.

Tornato a Hong Kong, il vescovo sta lottando contro il disegno di legge per l'emendamento dell'istruzione 2002, che porrebbe le scuole private cattoliche sotto il controllo diretto del governo. Il vescovo minaccia di chiudere alcune delle 100 scuole della diocesi se la legge verrà approvata.  

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