31/03/2023, 10.14
BANGLADESH
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Dhaka, arrestato giornalista che ha denunciato aumento dei prezzi

di Sumon Corraya

Nell'articolo scritto da Shamsuzzaman Shams in occasione della Giornata dell'indipendenza erano riportate le parole di un lavoratore a giornata: "A cosa serve questa libertà se non possiamo permetterci il riso?". Intentata una causa anche contro il direttore del quotidiano Prothom Alo, il più grande e influente del Bangladesh. Preoccupazione per la libertà di stampa da parte delle associazioni dei giornalisti.

Dhaka (AsiaNews) - Il giornalista Shamsuzzaman Shams del quotidiano Prothom Alo è stato arrestato con l’accusa di aver pubblicato notizie “false” dopo che un suo articolo in cui si parlava dell’aumento dei prezzi nel Paese è diventato virale. Anche nei confronti del direttore del quotidiano, Matiur Rahmanl, è stata avviata un’indagine ai sensi della legge sulla sicurezza digitale.

La vicenda risale al 26 marzo, quando, in occasione della Giornata dell’indipendenza del Bangladesh, nella sezione online di Prothom Alo (che significa “prima luce” ed è il più grande e influente giornale del Paese) è stata pubblicata una notizia con la dichiarazione di un lavoratore a giornata che diceva: "A cosa serve questa libertà se non possiamo permetterci il riso?", sottolineando un generale malcontento per il rincaro dei beni alimentari.

La notizia era accompagnata dalla foto di un bambino che guardava attraverso una fessura della griglia di un monumento commemorativo. Prothom Alo ha corretto la notizia dopo che si è aperta un’accesa discussione sui social: "A causa di un'incongruenza tra il titolo di questo servizio e l'immagine utilizzata, questa è stata rimossa e il titolo è stato corretto", ha dichiarato il quotidiano.

Il 29 marzo Shams è stato arrestato dai membri del Dipartimento di investigazione criminale della polizia nella sua casa a Dhaka. Golam Kibria, residente nella zona di Mirpur, ha intentato una causa accusando il giornalista di aver pubblicato una notizia "falsa e inventata". Ieri il tribunale ha condannato Shams al carcere nonostante fosse stata chiesta la libertà su cauzione.

L'Associazione dei proprietari di giornali del Bangladesh ha condannato l’arresto di Shams ed espresso preoccupazione riguardo le accuse contro il direttore Matiur Rahman, definendo “inaccettabili” le azioni delle Forze dell’ordine degli ultimi giorni: l’applicazione della legge sulla sicurezza digitale contro il direttore di Prothom Alo “equivale a molestarlo e a intimidire il coraggioso giornalismo del suo quotidiano”, si legge nella dichiarazione dei giornalisti. “Allo stesso tempo riteniamo allarmante il crescente ricorso alla legge sulla sicurezza digitale contro i cronisti. Abbiamo espresso le nostre critiche alla normativa a vari livelli di governo. Una legge del genere non è compatibile con le idee e le modalità per costruire libera espressione, giornalismo indipendente e una società progressista".

Anche l'Editor Parishad, l'associazione dei direttori dei principali quotidiani del Paese, ha espresso la stessa posizione. In un comunicato separato di ieri, le due organizzazioni hanno chiesto il ritiro del processo intentato contro Matiur Rahman, il rilascio di Shams e l'immediata abrogazione della legge sulla sicurezza digitale, ed è stata espressa anche la richiesta di ritirare tutti i processi intentati contro i giornalisti.

In base all’ultimo Indice mondiale sulla libertà di stampa stilato ogni anno da Reporters sans frontières, il Bangladesh è al 162mo posto su 180 Paesi, dietro Russia e Afghanistan.

Tra ieri e oggi si sono svolte proteste di attivisti e studenti dell'Università di Jahangirnagar e di Dhaka contro l’arresto di Shams.

Ieri il ministro dell'Informazione, Muhammad Hasan Mahmud, ha insistito nell’affermare che la notizia di Prothom Alo sia falsa: “Questo tipo di notizie ferisce le fondamenta del Paese. Questo tipo di notizie è contro lo Stato, la società e la libertà. Secondo tutti è un crimine, un crimine digitale. Se un giornalista commette un crimine, non sarà punito? Il caso procederà come previsto”.

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