06/09/2022, 10.32
BANGLADESH - MYANMAR
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Dhaka: convocato l'ambasciatore birmano per attacchi aerei lungo il confine

Nei giorni scorsi il rappresentante del Myanmar in Bangladesh è stato richiamato per la terza volta in due settimane dopo che alcuni missili dall'ex Birmania sono caduti oltreconfine. Secondo gli esperti si tratta di "provocazione calcolata". La situazione nello Stato birmano di Rakhine potrebbe deteriorarsi. 

Yangon (AsiaNews/Agenzie) - Nelle ultime due settimane il ministero degli Esteri del Bangladesh ha convocato almeno tre volte l’ambasciatore birmano a Dhaka a causa delle ripetute violazioni dello spazio aereo nazionale da parte della giunta golpista del Myanmar.

"Durante l'incontro all'ambasciatore è stato riferito che tali attività sono una grave minaccia per la sicurezza delle persone che amano la pace, e una violazione dell'accordo di confine tra Bangladesh e Myanmar contraria ai rapporti di buon vicinato”, ha affermato il ministero in un comunicato. 

L’ambasciatore U Aung Kyaw Moe era già stato convocato dopo che erano stati sparati proiettili lungo il confine il 21 e il 28 agosto. In quelle occasioni gli erano state consegnate lettere di protesta a cui la giunta militare del Myanmar non ha mai risposto.

Il primo febbraio 2021 l’esercito birmano (anche chiamato Tatmadaw) ha spodestato il precedente governo civile guidato da Aung San Suu Kyi dando inizio a un brutale conflitto interno. La resistenza anti-golpe è formata dalle Forze di difesa del popolo (Pdf, braccio armato del Governo di unità nazionale in esilio) e dalle milizie etniche, che hanno una presenza storica in alcuni Stati del Myanmar. 

La scorsa settimana le truppe del regime hanno lanciato attacchi aerei contro l’Arakan Army (Aa), la milizia etnica che difende lo Stato del Rakhine, e almeno due razzi sono atterrati all’interno del territorio del Bangladesh. L’evento si è ripetuto il 3 settembre quando altri due missili sono atterrati in un’area collinare a solo sei chilometri dai campi di Cox’s Bazar, dove risiedono più di un milione di profughi Rohingya che hanno abbandonato il Myanmar dopo le persecuzioni dell’esercito nei loro confronti nel 2017.

Il primo settembre il ministro degli Esteri del Bangladesh, Shahriar Alam, aveva dichiarato che il Paese è pronto a chiudere i confini se la situazione nel Rakhine dovesse deteriorarsi. "Non vogliamo entrare nella provocazione o nella trappola del Myanmar", aveva aggiunto.

Il tenente generale in pensione Mahfuzur Rahman, interpellato da The Irrawaddy, sostiene che gli attacchi aerei dal Myanmar siano una “provocazione calcolata” da parte della giunta birmana, consapevole che in Bangladesh non esiste la volontà di una risposta militare alla crisi. Come dimostrato dal numero di convocazioni dell’ambasciatore (tre in poche settimane), il regime non mostra troppo interesse o preoccupazione per gli sconfinamenti aerei.

Secondo il ricercatore Altaf Parvej il Myanmar ha chiesto al Bangladesh di non ospitare i combattenti ribelli. Al momento non si hanno prove che miliziani anti-golpe abbiano trovato rifugio in Bangladesh, tuttavia è un’eventualità che non si può escludere considerata la porosità del confine.

A fine agosto il ministro degli Interni del Bangladesh, Asaduzzaman Khan, aveva detto al quotidiano New Age che l'esercito del Myanmar effettua spesso operazioni per inseguire i ribelli in Bangladesh, ma tali incidenti non hanno avuto un impatto importante, aggiungendo che la posizione ufficiale del governo del Bangladesh quella di non ospitare combattenti stranieri.

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