14/07/2022, 08.49
KIRGHIZISTAN
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Dopo più di 20 anni i kirghisi aspettano ancora la riforma della polizia

di Vladimir Rozanskij

Il presidente Zaparov ha riproposto la questione. Come in epoca  sovietica, i poliziotti rimangono una forza “punitiva”. I soldi delle organizzazioni internazionali spesi solo per le attività anti-sommossa. Gli agenti sono al servizio del potentato di turno. Il primo obiettivo è aumentare le pattuglie in strada.

Mosca (AsiaNews) – Da oltre 20 anni in Kirghizistan è all’ordine del giorno la riforma delle Forze dell’ordine, iniziata allo scopo di formare organi di polizia a cui la popolazione possa accordare la propria fiducia. La questione è stata riproposta in questi giorni dal presidente Zaparov, nell’ambito degli scopi fondamentali della lotta contro la corruzione nel Paese.

Già nel 2002 il governo aveva dichiarato irrinunciabile la riforma della polizia, dopo che miliziani avevano aperto il fuoco il 17 marzo contro la folla dei dimostranti nella città di Aksy; le vittime intendevano difendere un deputato messo agli arresti. Le autorità avevano coinvolto le organizzazioni internazionali, dall’Osce all’Onu, che avevano fornito aiuti materiali e tecnici alla polizia kirghisa per un’efficace lotta alla criminalità e la garanzia della sicurezza a tutti i livelli. Gli attivisti umanitari e civili denunciano però la mancanza di risultati concreti in questo ventennio, e dal ministero dell’Interno lamentano la cronica carenza di adeguati finanziamenti.

La strage di Aksy si è conclusa con 6 morti e molti feriti, ma sembra che la lezione non sia servita a sufficienza. L’allora presidente Askar Akaev aveva invitato molti esperti internazionali per cambiare le modalità di lavoro della milizia, abituata soltanto alle maniere forti e alle repressioni, ma l’attivista Aziza Abdirasulova afferma che le abitudini non sono cambiate, e la polizia rimane un’arma politica che si frappone tra il popolo e la casta al potere: “Ci sono stati molti altri spargimenti di sangue, e le frazioni al potere si sono succedute sempre con l’uso della forza, anche nell’ottobre 2020, quando sembrava che la polizia fosse diventata un po' più civile; la società civile deve mantenere alta l’attenzione a questo problema”.

La carenza di mezzi, secondo gli attivisti, impedisce di proporre in modo continuativo i programmi adeguati d formazione dei nuovi tutori dell’ordine, e rimane cronica l’abitudine dei politici a usare la polizia per difendere i propri interessi di parte. Le riforme si sono spesso limitate a mutamenti di nome e di facciata, al massimo qualche spedizione d’addestramento in Georgia o in Turchia.

Come afferma Aziza, “siamo rimasti alle concezioni dei tempi sovietici, in cui la polizia era soltanto un organo punitivo, nonostante i milioni di dollari elargiti dai donatori internazionali; solo dall’Osce sono stati versati almeno 20 milioni, con cui hanno comprato le granate accecanti, i gas lacrimogeni e le pallottole di gomma che sparano alle manifestazioni”.

Il presidente del Comitato sociale del ministero dell’Interno, Yalkun Daudov, ripete che servono ben altri finanziamenti per ottenere dei veri risultati: “In Georgia, ad esempio, per la riforma della polizia sono stati investiti miliardi di dollari; ci vogliono fondi molto consistenti, non è un lavoro leggero e non serve continuare a prendere a calci i poliziotti accusandoli di ogni problema sociale, mentre le loro possibilità sono molto limitate”. Come egli ha spiegato, a Biskek ogni poliziotto di quartiere risponde di 5-6 mila persone, e per le limitate risorse la carenza di personale è cronica e profonda. Gli stessi sponsor internazionali non sono finora in grado di dare valutazioni complete dei tentativi di riforma.

Il capo dell’ufficio stampa del ministro dell’Interno kirghiso, Tilek Otorov, prova a mostrarsi un poco più ottimista: “Ultimamente abbiamo formato il corpo della polizia turistica e prosegue la digitalizzazione degli uffici investigativi, abbiamo molte più pattuglie mobili e piano piano si sta completando la base necessaria a livello tecnico e materiale; agli agenti in strada abbiamo dato divise fornite di videocamere, e abbiamo riformato le forze dedicate alla lotta contro la criminalità organizzata”.

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