24/10/2007, 00.00
KIRGHIZISTAN
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L’Osce denuncia “brogli” nel referendum voluto da Bakiyev

Il presidente Bakiyev lo ha indetto per approvare una contrastata riforma costituzionale. Dichiarati un 80% di votanti con un 75% a favore della riforma, ma ci sono dubbi sull’effettività di molti voti. Intanto Bakiyev ha sciolto il parlamento dove era forte l’opposizione.

Bishkek (AsiaNews/Agenzie) – “Troppe irregolarità” nel referendum del 21 ottobre sulla riforma costituzionale, denuncia l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). “Gli osservatori – dice Markus Mueller, responsabile Osce a Bishkek – hanno notato che la popolazione era poco interessata alla riforma costituzionale oggetto del referendum”. “Questo pone serie domande circa un voto di oltre l’80% degli aventi diritto, come indicato dalla Commissione elettorale centrale della Repubblica del Kirghizistan”.

I funzionari Osce sono stati ostacolati nel loro lavoro e hanno notato che molte urne apparivano davvero piene di schede. Anche l’ambasciata Usa in Bishkek ha espresso “preoccupazione” per “gli attendibili rapporti” di brogli, in un’elezione “che non rispetta gli standard internazionali”.

La riforma costituzionale voluta dal presidente Kurmanbek Bakiyev ma criticata dall’opposizione, tra l’altro aumenta i poteri del presidente, porta i seggi in parlamento da 75 a 90, abolisce la pena di morte, afferma come inalienabili i diritti civili e di libertà e riconosce il diritto di riunione, manifestazione e sciopero.

Il 22 ottobre, dopo che la Commissione elettorale ha annunciato esserci stato il 75% dei voti a favore della riforma, Bakiyev ha dichiarato in diretta tv lo scioglimento del parlamento, motivandolo con “gli esistenti contrasti tra i vari rami del potere” e per “le inaccettabili interferenze” del potere legislativo nelle competenze dell’esecutivo. Lo stesso giorno è stata svolta la formale chiusura delle Camere così da destituire i deputati di ogni potere, in attesa di nuove elezioni che non sono state fissate, ma che dovrebbero svolgersi entro i 60 giorni successivi. Si deve dimettere anche il governo e si formerà un governo provvisorio, oppure Bakiyev governerà in pratica da solo. Anche se il presidente è criticato per questa decisione, molti lo ritengono un liberale rispetto ad altri leader dell’Asia centrale e lo sostengono in nome di un’esigenza di stabilità.

Parlamentari dell’opposizione hanno definito l’atto “illegale” e “un abuso di potere”. Comunque molti analisti ritengono assai incerta la competizione elettorale tra il partito Ak Zhol di Bakiyev e l’opposizione, anche se il primo appare favorito dal nuovo meccanismo elettorale appena votato. Nel Paese la situazione politica è molto volatile dal 2005, quando le proteste di piazza hanno cacciato il veterano leader Askav Akayev mettendo al suo posto Bakyiev. Da allora c’è stato contrasto tra lui e molti parlamentari eletti sotto Akayev, suscitando una situazione di instabilità.

Il Paese accoglie l’unica base militare degli Stati Uniti ancora presente in Asia Centrale.

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