25/11/2010, 00.00
EGITTO
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Due copti morti nella battaglia per la “chiesa delle Piramidi” negata

Migliaia di dimostranti cristiani hanno circondato il Governatorato a Giza per protestare contro il blocco della costruzione dell’unica chiesa della zona. Dura reazione delle forze di sicurezza. I fondamentalisti musulmani si oppongono al completamento e fanno pressione sulle autorità locali.

Cairo (AsiaNews/Agenzie) – Due giovani copti sono morti nelle manifestazioni legate al tentativo dei radicali islamici di impedire la costruzione di una chiesa a Talbiya, Giza, nella zona delle Piramidi. I feriti nella dura reazione delle forze di sicurezza, sono almeno un cinquantina ha detto il procuratore generale Abdel Meguid Mahmud, dei quali sette ufficiali e 11 agenti di polizia. Cento persone sono state arrestate. Gli scontri si sono verificati quando circa duemila manifestanti copti hanno circondato la sede del Governatorato di Giza, responsabile di cercare di impedire con vari pretesti la fine dei lavori di una chiesa copta, la cui presenza è osteggiata dai fondamentalisti musulmani.

Le autorità hanno dispiegato migliaia di agenti nella zona di Giza e di Omraniya per prevenire ulteriori manifestazioni, quasi alla vigilia delle elezioni legislative nazionali. La protesta di ieri è nata dopo la decisione delle autorità di bloccare i lavori nella chiesa. Dall’inizio di novembre le autorità locali hanno cercato con diversi pretesti legali di impedire l’ultimazione della cupola. L’ultima ragione addotta è che le autorizzazioni di costruzione si riferivano a un centro sociale, e non a una chiesa.

I copti nella regione di Talbiya sono oltre un milione, e non dispongono di nessuna chiesa. Sono obbligati a viaggiare per vari chilometri per assistere alle funzioni religiose. Le autorità copte locali protestano dicendo che le moschee possono sorgere senza nessun problema. Invece per le chiese le difficoltà si moltiplicano all’infinito. Un rapporto governativo afferma che in Egitto ci sono 93mila moschee, contro duemila chiese. I copti costituiscono circa il 10 per cento della popolazione egiziana, e lamentano di essere discriminati e trattati ingiustamente. Nei giorni scorsi l’incendio doloso di 20 case di copti nel sud dell’Egitto a opera di una folla di musulmani fondamentalisti è stato definito un “atto del caso” nell’inchiesta giudiziaria.

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