21/07/2025, 13.39
CAMBOGIA - THAILANDIA
Invia ad un amico

Esplode una mina al confine: nuove accuse di Bangkok a Phnom Penh

Tre soldati thailandesi sono rimasti feriti durante un'operazione di pattugliamento al confine con la Cambogia. Bangkok accusa Phnom Penh di aver piazzato nuove mine antiuomo, in violazione della Convenzione di Ottawa, mentre il governo cambogiano parla di un ordigno risalente alla guerra del Vietnam. Il caso riporta al centro l’uso degli ordigni. Nonostante anni di sforzi e migliaia di vittime civili, la Cambogia ha rinviato al 2030 l’obiettivo di diventare “mine-free”, aggravato anche dal taglio dei fondi per la cooperazione USA.

Bangkok (AsiaNews) - Tre soldati thailandesi sono rimasti feriti al confine con la Cambogia a causa di una mina antiuomo: Bangkok ha subito accusato Phnom Penh di aver piazzato nuovi ordigni al confine, che da mesi è motivo di scontro tra i due Paesi del sud-est asiatico, mentre per il governo cambogiano i tre avrebbero deviato dal concordato percorso di pattugliamento attivando una mina risalente alla guerra del Vietnam. 

Uno dei soldati thai ha perso un piede nell’esplosione, avvenuta durante una ricognizione di routine il 16 luglio tra Ubon Ratchathani e la provincia cambogiana di Preah Vihear, hanno comunicato le autorità thailandesi. Si tratta di una regione vicino al luogo in cui a maggio un soldato cambogiano è rimasto ucciso in seguito a uno scontro a fuoco generando una più ampia disputa diplomatica che in Thailandia ha generato anche una crisi di governo.

Nonostante le smentite del ministero della Difesa cambogiano, l’esercito thailandese ha aggiunto di aver rinvenuto 10 mine di fabbricazione russa tra il 18 e il 20 luglio e alcuni media locali hanno diffuso gli screenshot di un video che mostrerebbero un soldato cambogiano posizionare una mina di produzione sovietica al confine. Il filmato sarebbe stato pubblicato dalla pagina Facebook “Military News” il 19 luglio, scrive il quotidiano thai in lingua inglese The Nation, prima di essere rapidamente rimosso. 

Bangkok ha quindi accusato Phnom Penh di violare la Convenzione di Ottawa sulle mine antiuomo, di cui la Cambogia si è fatta spesso promotrice, ospitando solo lo scorso anno due vertici importanti: l’11° incontro degli Stati membri del trattato e la 5° Conferenza di revisione, denominata “Vertice di Siem Reap-Angkor per un mondo libero dalle mine”.

Si tratta tuttavia di un tema che di recente è tornato di attualità a causa della guerra tra Russia e Ucraina: negli ultimi sei mesi Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia e la stessa Ucraina hanno annunciato che abbandoneranno il trattato che proibisce ai Paesi che ne fanno parte di produrre, utilizzare, vendere e immagazzinare le mine antiuomo. Lituania e Finlandia hanno inoltre aggiunto che riprenderanno la produzione di ordigni, utilizzati nei conflitti con l’intenzione di proteggere i confini. Tutti i Paesi che sono usciti dalla Convenzione, entrata in vigore nel 1999, hanno una frontiera in comune con la Russia, che, al contrario, insieme a Stati Uniti, Cina e India non ha mai firmato il trattato.

La Cambogia, nonostante gli sforzi di sminamento condotti negli ultimi anni, continua a essere uno dei Paesi con il maggior numero di mine inesplose presenti sul proprio territorio. Secondo le stime, ci sarebbero ancora tra i 4 e i 6 milioni di ordigni risalenti agli anni ‘70 e ‘80 sparsi in tutto il Paese e che continuano ancora oggi a uccidere e ferire la popolazione civile: il Cambodia Mine Action Centre ha registrato che solo nei primi quattro mesi del 2025 cinque persone sono morte e una decina di feriti, mentre in tutto il Paese si contano oltre 40mila persone che hanno in qualche modo perso un arto a causa delle mine, rendendo la Cambogia uno dei Paesi con i tassi di amputati più alti al mondo.

Nel 2025 Phnom Penh si è concentrata sullo sminamento di 200 chilometri quadrati allo scopo di rendere i terreni sicuri anche per le attività agricole. Tuttavia l’obiettivo di diventare un Paese libero dalle mine entro quest’anno è stato spostato al 2030. In seguito alla decisione degli Stati Uniti di tagliare i finanziamenti all’agenzia di cooperazione USAID (che dal 1993 ha finanziato il 30% delle spese totali necessarie alle attività di sminamento), la Cina ha deciso di donare alla Cambogia 4,4 milioni di dollari nel tentativo di portare avanti le attività di bonifica.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Poso, violenze anticristiane: estremisti incendiano una chiesa protestante
23/10/2012
Avvistata in un porto somalo la petroliera saudita dirottata
18/11/2008
Mine anti-uomo: 25 anni dopo l'Asia continua a produrle e usarle
01/03/2024 13:48
Phnom Penh: scontata la vittoria di Hun Sen, si attende la transizione al figlio
24/07/2023 14:49
Yangon: dal colpo di Stato uccisi almeno 157 civili dalle mine antiuomo
22/11/2022 13:10


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
I più letti
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”