26/09/2025, 12.47
TAILANDIA - ASIA
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Fabc: vescovi dell'Asia a Bangkok per 'mettere in pratica' la sinodalità

Oltre 50 vescovi e responsabili ecclesiastici della Federazione delle conferenze episcopali dell’Asia si sono incontrati a Samphran dal 22 al 26 settembre. Al centro il documento finale del Sinodo e il Documento di Bangkok. Discussioni su ruolo delle Chiese locali e comunione con poveri e le fedi "vicine". Nel 2026 la XII Assemblea Plenaria a Bali.

Roma (AsiaNews/Agenzie) - È la sinodalità il centro del seminario svolto dal 22 al 26 settembre a Samphran, sobborgo occidentale di Bangkok. Più di 50 vescovi e leader ecclesiastici della Fabc (Federazione delle conferenze episcopi dell’Asia) provenienti da tutta l’Asia si sono riuniti, in vista della XII Assemblea Plenaria in programma per giugno 2026 a Bali. Prossima tappa del cammino sinodale in Asia, al fianco della Chiesa universale. Lo scopo dei quattro giorni è stato “studiare e comprendere insieme il documento finale del Sinodo, riflettere sulle nostre diocesi e considerare come la Chiesa in Asia possa metterlo in pratica”, ha detto a Licas l’arcivescovo Anthony Weradet Chaiseri, vicepresidente della Conferenza episcopale thailandese (Cbct).

Con l’occasione si è rivisitato anche il Documento di Bangkok, pubblicato nel 2022 in concomitanza del 50esimo anniversario della Fabc e profondamente legato al processo sinodale globale. La struttura del ritrovo presso il Baan Phu Waan Pastoral Training Center di Samphran si è ispirata al Sinodo dei Vescovi di Roma, combinando conferenze, riflessioni di preghiera e condivisione in piccoli gruppi. Nove sono le discussioni di gruppo avviate con i presenti, concentrate su tre temi. Oltre alla riflessione sui due documenti già citati, anche l’accoglienza del percorso sinodale in tutta l’Asia; la necessità di trasparenza e responsabilità in una Chiesa sinodale. Valorizzando - come ha sottolineato mons. Chaiseri - l’approccio contemplativo dell'Asia al discernimento. 

L’appuntamento arriva mentre la Chiesa cattolica sta vivendo la fase di attuazione successiva alla conclusione nel 2024 del Sinodo sulla sinodalità. Processo che continuerà fino al 2028, che vede impegnati i vescovi al fianco di tutte le realtà ecclesiali. In una sessione sul tema “Trasparenza e responsabilità per una chiesa sinodale in Asia” il malese fr. Clarence Devadass, segretario esecutivo dell’Ufficio per le Questioni Teologiche della Fabc, ha ricordato il solco tracciato da papa Francesco: “Imparare ad essere responsabile nei confronti della comunità”. Devadass ha anche affrontato il tema della diffusa corruzione in Asia. “La Chiesa ha costantemente invitato i governi e le istituzioni a sostenere l'integrità, la trasparenza e la responsabilità”, ha detto. Anche se “molte persone hanno messo in discussione la trasparenza e la responsabilità della Chiesa cattolica a causa di preoccupazioni storiche, strutturali ed etiche”, ha aggiunto. 

In un’altra discussione sul tema del “ruolo cruciale delle chiese locali” per la sinodalità in Asia, fr. Vimal Tirimanna, singalese Redentorista, ha auspicato una “conversione dei legami”, intendendo questi ultimi come dinamici, e non vincolanti o rigidi. "Questi legami sono radicati nella comunione e nella sinodalità, chiamando le Chiese locali ad allontanarsi da un modello statico e gerarchico verso una visione più inclusiva del Popolo di Dio”, ha affermato. I legami rappresentati sono sia all’interno della Chiesa - con persone povere ed emarginate, movimenti laici - sia all’esterno - con Chiese diverse, partner ecumenici. “Dobbiamo iniziare a piantare i semi della sinodalità in Asia oggi”, ha detto.

Durante il seminario è intervenuto anche il cardinale filippino Pablo S. David, presidente della Conferenza dei vescovi cattolici delle Filippine (Cbcp), con una riflessione sulla risonanza del Documento di Bangkok (2022) e il Documento finale del Sinodo (2024). Documenti in dialogo: David ha parlato di convergenza “provvidenziale”. “Il documento di Bangkok non è stato solo influenzato, ma profondamente radicato al suo interno, lo spirito di sinodalità”, ha detto. Il porporato ha sottolineato quattro percorsi di sinodalità nel contesto asiatico: intendere la diversità come dono, riconoscere le fedi diverse come “vicine” e non “altre”, promuovere una Chiesa “con” le persone povere non “per”, e abbracciando la conversione ecologica come pilastro pastorale. 

Infine, il cardinale di Hong Kong Stephen Chow, in occasione  dell’omelia nella messa di mercoledì 24 settembre, ha descritto il percorso della sinodalità come contraddistinto da umiltà, pazienza e profonda fiducia in Dio. Invitando i fedeli a camminare umilmente gli uni con gli altri, nonostante la vivacità e frustrazione di alcuni contesti. “I cambiamenti culturali non avvengono dall'oggi al domani”, ha detto. Al centro del percorso sinodale rimane il discernimento, che ammette e incoraggia le domande. “La nostra enfasi sull'essere  ‘buoni cattolici’ a volte ci ha impedito di fare domande”, ha aggiunto. “Non si tratta di realizzazione e di andare avanti, ma di rimanere e costruire relazioni. Rallentando. La fiducia richiede tempo e rispetto”.

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