22/05/2023, 10.31
PAKISTAN
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Faisalabad: nel ‘villaggio dei martiri’ una scuola cattolica per ragazze povere e orfane

di Shafique Khokhar

L’istituto San Domenico a Khushpur, attivo dal 1975, accoglie 170 studentesse dal primo al decimo grado, di cui 15 sono musulmane. Il centro sorge nel villaggio che ha dato i natali a Shahbaz Bhatti e mons. John Jospeh. L’obiettivo di fornire una istruzione “di qualità” per garantire un futuro “migliore” a tutta la società.

Faisalabad (AsiaNews) - Una istruzione “di qualità” per ragazze povere e orfane, con l’obiettivo di garantire un futuro “migliore” a tutta la società. È lo spirito che anima la Scuola media superiore femminile di san Domenico a Khushpur, nei pressi di Faisalabad (nel Punjab), attiva dal 1975 nonostante le difficoltà sul piano economico e sociale. Un centro noto anche col soprannome di “villaggio dei martiri” per aver dato i natali a mons. John Joseph morto suicida per protesta contro le leggi sulla blasfemia e il ministro Shahbaz Bhatti, ucciso dai fondamentalisti nel 2011.

La struttura è gestita dalle suore domenicane sotto la guida della diocesi locale e, pur in un quadro di crisi economica profonda e mancanza di risorse, cerca di rispondere al meglio alla missione educativa accogliendo al suo interno anche studentesse musulmane. Un compito di primaria importanza, in una nazione in cui l’istruzione - soprattutto femminile - segna il passo e le scuole fininiscono nel mirino di azioni violente, come testimonia la vicenda di cronaca dei giorni scorsi in cui due piccole studentesse tra cui una bambina di soli 8 anni sono rimaste uccise nella Swat Valley

A guidare l’istituto da sei anni vi è come direttrice suor Esther Arseen, che ad AsiaNews racconta la struttura e le giovani che la frequentano. Sotto la guida della religiosa si è passati da 130 a 170 studentesse, 15 delle quali sono musulmane e le altre appartenenti a famiglie cristiane povere della zona, alcune delle quali orfane.  Dal primo al quinto grado la tassa per ciascuna studentessa è di 500 rupie (1,6 euro) al mese, che dal sesto al decimo grado salgono a un massimo di 600/750 (da 2 a 2,4 euro), mentre per le più povere la retta scende a 0,3 euro mensili. All’interno operano 20 insegnanti e dipendenti del reparto amministrativo. 

In una fase di crescenti difficoltà economiche, prosegue suor Esther, la scuola “non può garantire mobilia nuova a studenti e insegnanti” e “la paga per i professori è davvero bassa”. La diocesi sostiene “quanto può” avendone altre da gestire e finanziare e non sempre si possono soddisfare tutti i bisogni “con risorse limitate”. La struttura è formata da 12 aule, tre stanze adibite a uffici, un laboratorio e uno spazio gioco. Fra gli interventi urgenti, la sistemazione di alcuni soffitti e la sostituzione di banchi e sedie in alcune aule perché vecchi e malandati. 

Il personale docente nonostante il basso stipendio (la maggior parte guadagna poco più di 16 euro al mese) lavora con entusiasmo, dedizione e professionalità conferma la religiosa, per “garantire un futuro migliore a queste ragazze povere”. “Diamo un’istruzione e un ambiente di qualità - prosegue suore Esther - che sia a vantaggio delle studentesse. Seguiamo il programma stabilito dal governo, ma l’ambiente della scuola è laico confermato dal fatto che vi sono studentesse musulmane. Anche questa è la bellezza delle scuole missionarie [cattoliche], in cui ogni alunno viene trattato allo stesso modo senza alcuna discriminazione”. 

La bontà del lavoro svolto è confermato dai numeri: oltre il 90% delle studentesse, infatti, supera l’esame finale di Stato, previsto al 10mo anno. La suora sottolinea che vorrebbe poter accogliere altre studentesse, soprattutto fra le più povere che non possono permettersi di pagare nemmeno la retta minima. Ma al momento l’istituto non dispone di risorse e coperture sufficienti, per questo lancia un appello a possibili finanziatori: “Sostenete la nostra scuola - conclude - in modo da poter portare sempre più ragazze povere nella nostra scuola e dare loro un futuro migliore”.

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