25/07/2005, 00.00
FILIPPINE
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Filippine, per salvarsi Arroyo propone cambiamenti costituzionali

Oggi l'opposizione ha presentato una mozione di impeachment. Nel suo discorso sullo stato della nazione la presidente chiede un cambio del sistema di governo. Fonti di AsiaNews avvertono: promesse inutili, la gente ancora aspetta di usufruire di riforme approvate 15 anni fa; "situazione turbolenta, ma tutto si risolverà in un nulla di fatto".

Manila (AsiaNews) – La presidente delle Filippine, Gloria Macapagal Arroyo, promette riforme economiche e costituzionali nel tentativo di salvare la sua posizione dopo settimane di proteste popolari e una procedura di impeachment avviata contro di lei. Fonti di AsiaNews avvertono che, "nonostante la situazione turbolenta, tutto si risolverà in un nulla di fatto".

Oggi durante l'annuale discorso sullo stato della nazione la Arroyo ha posto in cima alla lista del suo programma il federalismo ed una imminente riforma della Costituzione, per passare da un governo di tipo presidenziale a uno parlamentare, che offra maggiori garanzie di stabilità. Secondo la Arroyo l'economia del paese è promettente, ma è frenata dal suo sistema politico. "C'è bisogno di un cambiamento sostanziale il più veloce e migliore possibile" ha detto la presidente davanti al parlamento, che proprio oggi ha iniziato a esaminare una mozione per il suo impeachment.
Stamattina il partito liberale e quello della sinistra hanno avviato una procedura formale per destituire la Arroyo, accusata di corruzione e di frode elettorale nel ballottaggio dell'anno scorso. In segno di protesta i partiti all'opposizione non hanno assistito al discorso del capo di Stato. Secondo fonti di AsiaNews ogni riforma ventilata dal Governo non servirà a fare uscire il paese dalla crisi: "La classe politica tutta, non solo la presidente, è compromessa fino alle ossa con il potere militare e quello economico; la Arroyo promette, ma non può fare grandi cose da sola".

La presidente ha già annunciato il varo di una commissione di inchiesta per far luce sulle accuse rivoltele. Alla "Commissione di Verità" erano stati invitati anche rappresentanti della Chiesa cattolica nazionale, che hanno rifiutato. In un recente discorso ai vescovi il nunzio apostolico nelle Filippine, mons. Franco, ha chiesto di impegnarsi più nella pastorale che nella politica. 

Per prevenire possibili incidenti, oggi nella capitale sono stati schierati 15 mila agenti e il Governo ha dichiarato vacanza a Manila. Secondo i partiti di sinistra, la tensione potrebbe anche sfociare in una "rivolta popolare", come quella che nel 2001 costrinse alle dimissioni Estrada. Analisti interpellati da AsiaNews leggono invece la situazione come un chiaro segnale che il dissenso popolare è circoscritto e troppo debole per portare a una reale rivoluzione: "Non ci sono manifestazioni in altre città e il Governo ha scelto di chiudere oggi le attività solo a Manila". Il resto del paese è, infatti, impegnato ad affrontare altri problemi "come fame e disoccupazione". Da 15 anni, ricorda la fonte, è stata approvata la riforma agraria ma la gente aspetta ancora di impossessarsi delle terre.

Secondo le fonti di AsiaNews nonostante i sommovimenti la situazione è destinata a non cambiare: "Nelle Filippine non esiste una figura carismatica che possa guidare un'opposizione e presentarsi come reale alternativa all'Arroyo". L'assenza di una leadership forte è un problema anche dell'esercito, cosa che fa cadere ogni ipotesi di un possibile colpo di stato militare.

La mozione di impeachment deve essere sostenuta da un terzo della Camera, prima di essere esaminata in Senato dove per passare ha bisogno dei due terzi dei voti favorevoli. Analisti fanno notare che lo schieramento anti-Arroyo non raggiunge ancora il numero di sostenitori sufficiente. (MA)

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