12/12/2025, 11.28
BANGLADESH
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Fissate per il 12 febbraio le elezioni nazionali in Bangladesh

di Sumon Corraya

Il presidente della Commissione elettorale ha annunciato il calendario elettorale. 29 dicembre è il termine per le candidature; l'elenco definitivo sarà pubblicato il 21 gennaio. L'A unwami League, esclusa dalla corsa: Commissione "illegale". John Gomes (BNP): "Elezioni libere ed eque". Le urne sono banco di prova per il futuro del Paese. 

Dhaka (AsiaNews) - 12 febbraio 2026: è questa la data delle 13esime elezioni parlamentari nazionali, annunciata dalla Commissione elettorale del Bangladesh. Il presidente della Commissione Nasir Uddin l’ha annunciato ieri in un discorso televisivo, sottolineando la speranza per un voto equo e credibile. “L’impegnò è che soddisfino le nostre aspettative come nazione e migliorino la nostra immagine nel mondo”, ha affermato, ribadendo che la Costituzione garantisce la sovranità del popolo, e che il voto è il modo per instaurare un governo rappresentativo.

Nasir Uddin ha riconosciuto che l’assenza di elezioni di qualità in passato ha spesso deluso cittadini e cittadine, e ciò ha minato le tradizioni democratiche. Ha definito la rivolta popolare pro democrazia del 2024 un punto di svolta; perciò le prossime elezioni difenderanno indipendenza, sovranità e democrazia, ha garantito. Ha ricordato anche che la forza del Paese risiede nel suo amore per la libertà e nei suoi sacrifici per l’indipendenza. 

Secondo il presidente, la 13esima elezione parlamentare nazionale si terrà in 300 circoscrizioni elettorali e, contemporaneamente, si svolgerà un referendum nazionale sull’Ordine di attuazione della riforma costituzionale 2025, in linea con la Carta nazionale di luglio. Si prevede che questo referendum darà forma al futuro governo e rafforzerà le garanzie costituzionali dei diritti democratici.

Il calendario elettorale fissa al 29 dicembre il termine ultimo per la presentazione delle candidature, mentre l’esame delle stesse è previsto dal 30 dicembre al 4 gennaio. I ricorsi contro le decisioni dei funzionari elettorali possono essere presentati fino all’11 gennaio e saranno risolti entro il 18 gennaio. I candidati possono ritirarsi entro il 20 gennaio e l’elenco definitivo coi simboli sarà pubblicato il 21. La campagna elettorale si svolgerà dal 22 gennaio fino a 48 ore prima dell’inizio delle votazioni. L’annuncio è seguito a una riunione tra la Commissione elettorale e il presidente, al termine della quale è stato registrato e trasmesso a livello nazionale il discorso, attraverso il mezzo televisivo. 

Tuttavia, le scadenze del calendario hanno suscitato forti reazioni da parte dei partiti politici. La Awami League, che ha guidato la guerra di liberazione del Paese e ha vinto nove delle tredici elezioni precedenti, ha respinto categoricamente gli appuntamenti. In una dichiarazione dai toni forti, il partito ha accusato l’attuale amministrazione di parzialità e ha descritto la Commissione elettorale come “illegale” e controllata dalle “forze di occupazione”. Secondo l’Awami League, è impossibile riflettere la volontà del popolo sotto questo che viene definito l’attuale regime. 

Il partito ha chiesto la revoca delle sanzioni contro la sua organizzazione e delle cause contro Sheikh Hasina, il rilascio dei prigionieri politici e la formazione di un governo provvisorio neutrale per supervisionare le elezioni. Nella dichiarazione si avverte che escludere le principali forze politiche dal processo elettorale potrebbe far precipitare la nazione in una profonda crisi politica e destabilizzare il sistema democratico. 

Anche la minoranza cristiana del Bangladesh, in larga parte sostenitrice della Awami League, si trova emarginata dopo che il governo ha vietato le attività politiche di diversi gruppi. Ciò ha creato frustrazione tra i cristiani, che temono di perdere la loro voce nella politica nazionale. 

Il vice segretario per gli affari religiosi del Partito Nazionalista del Bangladesh (BNP) e avvocato della Corte Suprema del Bangladesh, John Gomes, ha accolto invece con favore l’annuncio del calendario elettorale, esprimendo ottimismo per un processo equo e democratico: “Ci auguriamo che le elezioni del 12 febbraio siano libere ed eque e che nel Paese si affermi un sistema veramente democratico, fondamento essenziale per il progresso nazionale”.

Gomes, che ricopre anche la carica di vicepresidente del Christian Religious Welfare Trust del Ministero degli Affari religiosi, ha sottolineato l’importanza della rappresentanza della comunità cristiana. Ha aggiunto: “Nelle prossime elezioni, speriamo che i membri della nostra comunità cristiana abbiano l’opportunità di candidarsi e di ottenere seggi, consentendoci di rappresentare la nostra comunità e di servire la nostra patria. Tale partecipazione contribuirà in modo significativo allo sviluppo della nazione”.

Le prossime elezioni sono ampiamente considerate come un banco di prova per il futuro democratico del Bangladesh. Gli analisti politici sottolineano che la credibilità del voto dipenderà dalla capacità della Commissione elettorale di garantire parità di condizioni a tutti i partiti. Gli osservatori internazionali dovrebbero monitorare attentamente il processo, poiché la stabilità politica del Bangladesh ha logicamente implicazioni significative per l’Asia meridionale, e non solo. Negli ultimi decenni il Paese ha affrontato ripetute crisi elettorali, spesso caratterizzate da boicottaggi, violenze e accuse di frode. Molti temono che, se le attuali tensioni non saranno risolte, le elezioni di febbraio potrebbero aggravare le divisioni invece di sanarle.

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