05/12/2025, 15.51
CINA-VATICANO
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Henan: un nuovo vescovo. Ma si chiudono le chiese ai minori

Nella prefettura apostolica di Xinxiang è avvenuta stamattina l'ordinazione episcopale di mons. Li Jianlin, il secondo dei vescovi eletti durante la sede vacante. La nomina è stata approvata da Leone XIV ai sensi dell'Accordo, accogliendo la "rinuncia" del vescovo sotterraneo Zhang Weizhu (più volte finito agli arresti per il rifiutato di aderire agli organismi ufficiali). Intanto a Xuchang i fedeli si sono ritrovati un lucchetto alla porta della chiesa per aver consentito l'ingresso ad alcuni minori. 

Milano (AsiaNews) – Un nuovo vescovo consacrato ai sensi dell’Accordo tra la Santa Sede e il governo della Repubblica popolare cinese. Ma al prezzo di un predecessore - sotterraneo, più volte arrestato - fatto uscire di scena nel silenzio, perché mai sottomesso all’Associazione patriottica. E proprio mentre nella stessa provincia dell’Henan una chiesa veniva forzatamente chiusa con un pesante lucchetto, per aver osato violare la disposizione che vieta l’ingresso ai bambini e a tutti i minori di 18 anni alle celebrazioni.

È un contesto complesso quello in cui va inquadrata la nuova nomina episcopale in Cina annunciata oggi dalla Santa Sede, nel giorno stesso in cui nella storica chiesa di Weihui, nel nord della provincia dell’Henan, è avvenuta la cerimonia dell’ordinazione. Mons. Francesco Li Jianlin è dunque il nuovo vescovo della prefettura apostolica di Xinxiang, territorio ben conosciuto dai missionari del Pime che nell’Henan svolsero il loro ministero per più di 80 anni, fino alla cacciata da parte del regime di Mao all’inizio degli anni Cinquanta. Un luogo dove il seme del Vangelo ha portato frutto, nonostante le persecuzioni.

Con l’ordinazione episcopale avvenuta oggi, arriva a compimento anche la seconda elezione episcopale avvenuta in Cina durante la Sede vacante seguita alla morte di papa Francesco: come AsiaNews aveva raccontato, infatti, mentre le Chiese di tutto il mondo si fermavano nella preghiera di suffragio per il pontefice e nell’attesa del suo successore, in Cina gli organismi ecclesiali legati al Partito avevano voluto che tutto andasse avanti come prefissato. Così il 29 aprile il clero di Xinxiang era stato convocato per eleggere vescovo p. Li Jianlin, sacerdote “fedele” alla linea ufficiale; mentre il giorno prima a Shanghai era stato fatto eleggere come vescovo ausiliare p. Ignazio Wu Janlin, poi nominato formalmente da Leone XIV l’11 agosto e consacrato il 15 ottobre. Da quanto reso noto oggi dalla Sala stampa vaticana si apprende che lo stesso 11 agosto papa Prevost aveva nominato anche il nuovo prefetto apostolico di Xinxiang “avendone approvata la candidatura nel quadro dell’Accordo provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese e avendo accolto la rinuncia al governo pastorale presentata da mons. Giuseppe Zhang Weizhu”.

Quest’ultimo riferimento è degno di nota: dal punto di vista del diritto canonico, infatti, la prefettura apostolica di Xinxiang non era priva di un vescovo. Già dal 1991, infatti, quando questa Chiesa del nord dell’Henan stava iniziando a ricostruirsi dopo gli anni terribili della Rivoluzione culturale, era stato designato un vescovo nella figura del giovane sacerdote p. Zhang Weizhu, oggi 67enne. La sua ordinazione era stata approvata da Roma, ma mai da Pechino, per il suo rifiuto di aderire all’Associazione patriottica. Per impedirgli di svolgere il suo ministero, mons. Zhang Weizhu è stato più volte sottoposto dalle autorità locali a prolungate restrizioni della sua libertà e a repressioni delle attività pastorali. La più clamorosa fu il vero e proprio raid della polizia con cui nel maggio 2021 venne smantellato un seminario “clandestino” che questo presule aveva aperto nell’Hebei per quanti volevano prepararsi al sacerdozio senza aderire agli organismi ufficiali controllati dal Partito comunista cinese.

A presiedere l’ordinazione episcopale di mons. Li Jianlin questa mattina nella chiesa di Weihui è stato il vescovo di Pechino mons. Li Shan, che è il presidente dell’Associazione patriottica dei cattolici cinesi e vicepresidente della Consiglio dei vescovi cinesi (l’organismo collegiale non riconosciuto ufficialmente dalla Santa Sede). Hanno concelebrato gli altri vescovi dell’Henan: mons. Wang Yuesheng della diocesi di Zhengzhou, mons. Zhang Yinlin della diocesi di Anyang e mons. Jin Lugang della diocesi di Nanyang. Il segretario p. Yang Fu ha letto la lettera di approvazione da parte del Consiglio dei vescovi cinesi dove - come sempre - non si cita affatto l’assenso del papa, in forza del principio dell’“autonomia” della Chiesa in Cina.

Inoltre il resoconto di chinacatholic - il sito dell’Associazione patriottica - non menziona in nessun modo mons. Giuseppe Zhang Weizhu; né il presule (ovviamente) compare nella fotografia dei partecipanti alla celebrazione, ritratti tutti insieme davanti alla chiesa. Un segno eloquente di come la sua “rinuncia” - avvenuta in obbedienza al volere della Santa Sede -venga fatta leggere ai fedeli della prefettura apostolica di Xinxiang: nessuna comunione, ma solo la proclamazione della “vittoria” del Partito sulle comunità sotterranee.

Il nuovo vescovo mons. Li Jianlin è nato il 9 luglio 1975 a Huixian, nella provincia dell’Henan. Ha studiato filosofia e teologia presso il Seminario maggiore cattolico dell’Hebei ed è stato ordinato sacerdote nel 1999 dall’allora vescovo di Shangqiu, mons.  Nicola Shi Jingxian. Nel dicembre 2011 era già stato nominato dall’Associazione patriottica vice-direttore e segretario generale del Comitato per gli Affari ecclesiali cattolici della provincia dell’Henan. E in questa veste - nel 2018, insieme all’attuale vescovo del capoluogo Zhengzhou, mons. Wang Yuesheng - ha firmato per la provincia dell’Henan la circolare che in nome delle disposizioni del Partito sull’educazione vieta l’accesso nelle chiese a tutti i minori di 18 anni, una delle forme più palesi di negazione della libertà religiosa oggi in Cina, oltre che un modo molto concreto di ostacolare la trasmissione della fede.

Nell’Henan non è affatto un divieto solo teorico. A testimoniarlo è quanto - appena pochi giorni prima di questa ordinazione - è avvenuto a Xuchang, una città di questa stessa provincia che si trova un centinaio di chilometri più a sud di Weihui. Il 2 dicembre i fedeli di una locale comunità cattolica si sono ritrovati la porta della loro chiesa sigillata con un lucchetto accompagnato da una notifica ufficiale. “È stato verificato - si legge - che il 30 novembre 2025 la chiesa cattolica di Hupin Road ha violato le normative pertinenti consentendo a dei minori di entrare nella chiesa e suonare strumenti musicali. Questo incidente costituisce una violazione dei requisiti di conformità che regolano la gestione dei luoghi di culto. In conformità alle disposizioni di vigilanza applicabili, alla vostra chiesa viene pertanto ordinata la sospensione delle attività per una rettifica completa”.

Il messaggio è firmato con il timbro dell’Associazione patriottica e dal Comitato per gli Affari ecclesiali (l’ufficio guidato dal neo-vescovo Li Janlin). Non serve più nemmeno l’intervento della polizia: sono loro stessi a vigilare sul fatto che i bambini non vengano fatti entrare in chiesa. Questa è la condizione in cui si trovano oggi a vivere i cattolici dell’Henan.

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