12/05/2021, 10.59
RUSSIA
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Giornata di lutto per la tragedia del liceo di Kazan

di Vladimir Rozanskij

Il 19enne Il’njaz Galjaviev ha ucciso nove persone, fra cui 7 studenti. Con disturbi mentali, il giovane si è consegnato alla polizia. Sarebbe “nato dio”, ma “non l’avevo capito subito”. Il padre dell’attentatore, Rinat Nurkhamatovič: “Che cosa ha fatto? È un bravo ragazzo”. Metropolita ortodosso Ioann: “Come negli Usa… Le menti dei giovani non trovano un punto di riferimento sicuro”.

Mosca (AsiaNews) – Il presidente del Tatarstan ha dichiarato per oggi un giorno di lutto in memoria degli uccisi nel liceo n. 175 di Kazan, la capitale della repubblica (foto 1). Ieri il 19enne Il’njaz Galjaviev (foto 2)ha aperto il fuoco con un fucile all’interno dell’edificio, facendo 9 vittime: 4 ragazzi e 3 ragazze, l’insegnante 26enne Elvira Ignatieva e un collaboratore del liceo. Sono state ricoverate in ospedale 21 persone; 6 ragazzi sono nel reparto di rianimazione.

Dopo aver sparato contro gli studenti, Galjaviev è uscito dalla scuola a mani alzate, ed è stato subito arrestato. Era armato con un fucile Hatsan Escort, come quello usato dallo “sparatore di Kerč”, il 18enne Vladimir Rosljakov, che nell’ottobre 2018 uccise 21 persone, ferendone 67, al Politecnico della città sulle coste della Crimea. Lo scorso aprile Galjaviev era stato espulso dal quarto anno dell’università privata Tisbi di Kazan, per mancato pagamento delle rate d’iscrizione.

Durante il primo interrogatorio, Il’njaz Galjaviev ha dichiarato di “essere nato dio”, ma “non l’avevo capito subito”. La scorsa estate “in me ha cominciato a risvegliarsi il mostro, e ho cominciato a odiare per davvero”, ha riconosciuto il giovane. Gli inquirenti lo hanno incriminato di omicidio plurimo, e da Mosca è arrivato subito in volo a Kazan il presidente del Comitato Inquirente Federale (SKR) Aleksandr Bastrykin, con un gruppo di detective qualificati per casi simili. A Kazan si sono recati anche il ministro della salute, Mikhail Muraško, e il ministro dell’istruzione Sergej Kravtsov.

Il presidente russo Vladimir Putin ha convocato il capo del servizio di sicurezza (FSB) Aleksandr Bortnikov, per far luce sulla situazione del liceo di Kazan, e si è messo in contatto con il primo ministro Mikhail Mišustin, con la vice-premier Tatjana Golikova e il capo della Protezione Civile Evgenij Ziničev.

In seguito alla tragedia, Putin ha disposto di rivedere urgentemente le misure che permettono la diffusione di armi ai civili nel Paese, e in tutte le scuole è stato disposto il regime operativo di antiterrorismo. Sul luogo della sparatoria si è recato il presidente della repubblica del Tatarstan, Rustam Minnikhanov, insieme a diversi membri del governo locale. Tutte le agenzie di pronto soccorso sono state convogliate verso il liceo n. 175, da dove sono stati evacuati i ragazzi, alcuni dei quali si sono feriti saltando dalle finestre per sfuggire al fuoco.

Sulla rete internet sono apparse informazioni su incidenti analoghi in altre scuole di Kazan, subito smentite dalle autorità, che controllano tutti gli istituti della capitale repubblicana, dove sono state sospese le lezioni.

Il padre dell’attentatore, Rinat Nurkhamatovič, ha espresso tutto il suo stupore: “Che cosa ha fatto? È un bravo ragazzo, studia al quarto anno dell’università!”. Come ha raccontato il padre, il figlio non è religioso e finora non aveva manifestato alcun tipo di pensiero distruttivo.

Il parroco cattolico di Kazan, l’argentino padre Diogenes Urquiza, parlando con AsiaNews ha manifestato tutta la sua vicinanza alle vittime e ai familiari, definendo il gesto “un atto di follia da parte di un giovane isolato ed evidentemente piuttosto disturbato”.

Il metropolita ortodosso Ioann (Roščin), che da Mosca si occupa del dialogo interculturale e interreligioso, da noi interpellato, ha ricordato il periodo da lui vissuto negli Stati Uniti. “Negli Usa – ha detto - la tragedia delle sparatorie nelle scuole è molto attuale. Qui da noi si sente il problema delle fragilità attuali della nostra società, in cui le menti dei giovani non trovano un punto di riferimento sicuro… in America questi eventi succedono di solito in primavera o in autunno, quando le persone instabili sono più soggette alle crisi, e pare che queste dinamiche comincino a manifestarsi anche da noi”.

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