01/12/2007, 00.00
ASIA
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Giornata mondiale dell’Aids: passi avanti in Asia

di Nirmala Carvalho
Gli sforzi di governi e gruppi privati fanno diminuire il contagio in India e altri Paesi, ma aumenta in Indonesia, Vietnam, Asia centrale. In Cina “rischio” di contagio per 50 milioni. Arcivescovo di Bangalore: contro l'Aids, promuovere la vita.

New Delhi (AsiaNews) – La lotta all’Aids mostra importanti miglioramenti in Asia. Specie in quella del sud e sudest dove  in un anno ci sono stati “solo” 340mila nuovi contagi rispetto ai 450mila del 2001 (ma cresce il contagio in Indonesia e Vietnam dove i malati sono raddoppiati in 5 anni), seppure ci sono ancora 4 milioni di malati (sui 33,2 milioni mondiali) e 270mila morti in un anno (2,1 milioni nel mondo). Secondo il rapporto delle Nazioni Unite pubblicato poco prima dell’odierna giornata mondiale per l’Aids, nel Medio Oriente la situazione è stabile mentre peggiora nell’Asia orientale con 92mila nuovi contagi stimati nell’anno contro i 77mila del 2001, e soprattutto in quella centrale per l’aumento dei tossicodipendenti. Cresce il contagio tra le donne che in Asia sono ora il 29% dei malati (erano il 26% nel 2001).

In India, seppure vi siano 2,5 milioni di malati, il contagio è meno diffuso del temuto e ci sono frequenti iniziative e campagne di informazione e prevenzione, sia del governo che di gruppi privati. Oggi alla Chiesa di Cristo, diocesi di Bangalore, si sono radunati oltre 5mila giovani per testimoniare – come ha ricordato mons. Bernard Moras, arcivescovo di Bangalore – la volontà di “fermare l’Aids e promuovere la vita”, anche testimoniando nella propria vita i valori e le virtù cristiane.

A Mumbai il comitato diocesano Human Fie e il Centro di studi gandhiani hanno organizzato un incontro su “Il valore della vita umana”.

L’Agenzia delle Nazioni Unite per la prevenzione dell’Aids ritiene che in Cina oltre 50 milioni di persone rischiano il contagio e ha sollecitato il governo a un deciso intervento. Ma secondo Chen Zhu, ministro cinese della Sanità, diminuisce il diffondersi dell’infezione, con “solo” 39.866 nuovi malati di Hiv da gennaio a ottobre. Ieri il presidente Hu Jintao ha visitato malati di Aids, stringendo loro la mano e trattenendosi a parlare. Ha ribadito la necessità della “prevenzione e di un impegno collettivo dell’intero Paese” contro il contagio.

In Thailandia l’infezione declina, anche grazie ai programmi pubblici per il sesso sicuro e per la diffusione di farmaci antiretrovirali, ma resta diffusa soprattutto tra i tossicodipendenti: da due decenni tra il 40 e il 60% di loro hanno l’Hiv, secondo i dati di Human Rights Watch. Il Paese è criticato perché tratta i tossicodipendenti come criminali, senza adeguati programmi di prevenzione e cura.

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