06/03/2004, 00.00
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Gli sciiti frenano sulla costituzione per avere la maggioranza

Baghdad (AsiaNews) – La firma della costituzione provvisoria attesa per ieri 5 marzo, è stata rinviata a data da destinarsi. Nel palazzo del governo transitorio iracheno, dove era prevista la lettura della bozza prima della firma, vi erano tutti i membri del Consiglio Governativo Provvisorio ad eccezione dei 5 rappresentanti sciiti. Nel corso delle ultime settimane erano stati superati quasi tutti i punti di dissenso ma ve ne sono altri che gli sciiti ritengono inaccettabili. Essi sono:

1)      l'assegnazione, in base alla confessione religiosa, delle cariche di presidente della repubblica, dei suoi due vice-presidenti e del primo ministro (carica pretesa dagli sciiti).

2)      Il paragrafo sul federalismo geografico, che dice che ogni stato federale deve riunire tre province. Gli sciiti ritengono che questo articolo li divide in più stati federali facendo loro perdere il potere che essi avrebbero come maggioranza nel paese. Va detto che il criterio di "maggioranza" non è stato seguito per le donne. Pur essendo le donne il 60% della popolazione, per volere sciita ad esse spettano solo il 25% dei seggi al parlamento.

3)      Il voto di maggioranza nel Parlamento: la bozza prevede la maggioranza dei 2/3; gli sciiti insistono che basti il 51% dei voti, che darebbe loro sempre ed in ogni caso la vittoria in ogni votazione. La bozza inoltre ritiene che per bocciare la futura costituzione bastano i pareri negativi di tre regioni. Siccome il Kurdistan iracheno è composto di 3 regioni, gli sciiti temono che questo inficerà qualunque loro mossa.

Molti analisti ritengono che la bozza così com'è è già un buon risultato. Essa contiene nozioni democratiche mai conosciute prima d'ora in altri paesi del golfo. Se approvata, essa sarà valida per due anni.

Nei giorni scorsi si era giunti a un compromesso su diverse questioni: il federalismo; il ruolo  delle donne; quello della religione e della sharia islamica nella legislazione; l'autonomia curda; il futuro disarmo delle milizie para-militari (i combattenti curdi).(PB)

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