07/02/2012, 00.00
CINA - GERMANIA
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Guangzhou: la visita della Merkel a mons. Gan, un modo per sostenere le “Chiese vive”

di Paul Hong
Pur essendo protestante, il Cancelliere tedesco ha scelto per la seconda volta un vescovo cattolico per parlare del cristianesimo in Cina. Una visita molto importante, dicono fonti locali di AsiaNews, che “dimostra l’affetto e l’attenzione di Berlino per la nostra Chiesa”.
Guangzhou (AsiaNews) – Prima di tornare a Berlino, il Cancelliere tedesco Angela Merkel in visita di Stato in Cina ha voluto incontrare il vescovo cattolico di Guanzhou, mons. Giuseppe Gan Junqiu. Il governo cinese, che teme nuove critiche da parte della comunità internazionale per la soppressione dei diritti umani sul territorio nazionale, ha imposto ai media un blackout totale della visita. Tuttavia, alcune fonti locali di AsiaNews sottolineano: “Con questa visita la Merkel ha voluto sostenere le Chiese vive della Cina”.

Il Cancelliere ha visitato la cattedrale del Sacro Cuore di Gesù, nota anche come “la casa di pietra”, un’imponente costruzione neo-gotica costruita nel 1888. Mons. Gan ha illustrato all’ospite la struttura della cattedrale e ha parlato per circa mezz’ora con lei. Al centro del colloquio l’attività della chiesa cattolica di Guangzhou, il suo impegno a favore dei bisognosi e la vitalità della fede in Cina. Anche se non si è discusso in maniera aperta di libertà religiosa, la Merkel ha chiesto al vescovo quale grado di controllo deve subire nell’esercizio della pastorale.

“Questa visita – spiegano le fonti di AsiaNews – ha avuto un forte impatto sui cattolici locali, che si sentono rinfrancati da questo gesto di amicizia. Pur essendo di fede protestante, la Merkel ha scelto un vescovo cattolico e questa è una bella cosa: avvenne così anche durante la visita a Shanghai nel 2006, quando il Cancelliere si incontrò con mons. Aloysius Jin Luxian. Sono segnali importanti, di sostegno alla vivacità del cristianesimo in Cina”.

Il regime cinese controlla molto da vicino le religioni nel Paese. I protestanti sono più numerosi dei cattolici, ma sono inquadrati nel Movimento delle Tre autonomie: un organo di controllo voluto da Mao Zedong che impone alle chiese di essere auto-cefale e di rispondere al governo prima di ogni altra autorità. Il Movimento è considerato molto vicino all’esecutivo, mentre le “chiese domestiche” (illegali) - che raccolgono decine di milioni di fedeli - non hanno una rappresentanza unitaria.

Discorso diverso per il cattolicesimo. Anche se controllati dall’Associazione patriottica dei cattolici cinesi, i vescovi e i sacerdoti locali lavorano da anni per esprimere una piena comunione con la Chiesa universale e con il Papa. Il regime cerca di spezzare questa unità e ha imposto diverse ordinazioni episcopali illecite, celebrate senza il consenso della Santa Sede. Lo stesso mons. Gan è stato costretto dal governo a partecipare all’ordinazione del vescovo di Shantou, ma ha chiesto e ottenuto il perdono papale per questa costrizione.
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