24/01/2018, 08.53
ONU - SIRIA - RUSSIA - USA
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Guerra (verbale) fra Russia e Stati Uniti sull’uso di armi chimiche in Siria

Secondo Washington il governo di Damasco ha usato sostanze (e armi) proibite con il consenso dell’alleato russo. Replica immediata di Mosca, che respinge le accuse e auspica la formazione di un meccanismo di inchiesta “davvero indipendente”. A Parigi 24 nazioni al mondo chiedono un'iniziativa congiunta contro l’uso di armi chimiche. 

 

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - In queste ore si è aperto un nuovo fronte di scontro fra Stati Uniti e Russia, nel contesto del conflitto siriano dove Mosca sembra aver vinto la propria partita almeno sotto il profilo militare. Al centro della controversia i ripetuti attacchi degli ultimi anni con l’uso di armi chimiche, sferrati - secondo Washington - dal governo di Damasco con il consenso del Cremlino. Una accusa che Mosca respinge al mittente, chiedendo al contempo un nuovo meccanismo di inchiesta “davvero indipendente” che faccia chiarezza sui casi finora verificati. 

Durante una riunione di urgenza del Consiglio di sicurezza Onu, l’ambasciatore russo Vassily Nebenzia ha criticato con forza le parole del segretario di Stato americano Rex Tillerson, il quale aveva accusato in modo aperto il governo siriano. Il capo della diplomazia Usa ha parlato senza avere prove specifiche di un attacco governativo contro l’enclave ribelle di Goutha e con il solo scopo di “compromettere al contempo anche la Russia”. 

“Non è affatto strano - ha aggiunto Vassily Nebenzia - che questo episodio sia giunto in concomitanza con la riunione di Parigi” sull’uso di armi chimiche. “Si tratta di una coincidenza molto strana”. Il diplomatico russo auspica inoltre la creazione di un “nuovo organismo internazionale di inchiesta” sull’uso di armi chimiche in Siria, che possa rimpiazzare l’attuale organismo limitato nella sua azione proprio da una serie di veti russi. 

Una proposta già affossata dalla rappresentante Usa all’Onu Nikki Haley, che non intende “accettare proposte russe” che “limitino la nostra capacità di stabilire la verità”. Una guerra diplomatica e verbale, dunque, che si consuma all’Onu sul tema delle armi chimiche mentre sul terreno siriano - dopo quasi sette anni - si continua a combattere e morire. 

Ieri, intanto, a Parigi 24 nazioni al mondo hanno lanciato una iniziativa congiunta contro l’utilizzo di armi chimiche. L’impegno comune è quello di condividere informazioni e stabilire liste di persone coinvolte nell’uso di armi proibite [cloro, gas mostarda, sarin, VX] in Siria e negli altri contesti di guerra sparsi per il pianeta. 

Secondo stime francesi, fra il 2012 e il 2017 si sono verificati almeno 130 attacchi con l’uso di armi chimiche in Siria. In quattro di questi casi, per gli esperti delle Nazioni Unite la responsabilità è da attribuire al governo siriano. Anche le milizie jihadiste dello Stato islamico (SI, ex Isis) sono accusate di aver utilizzato gas mostarda in Siria e Iraq.

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