12/03/2008, 00.00
INDIA
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Gujarat, il governo boccia la nuova Legge anti-conversione

di Nirmala Carvalho
I parlamentari dello Stato occidentale sono stati costretti a ritirare il testo perché “discriminatorio” nei confronti delle minoranze religiose. Arcivescovo di Gandhinagar: rimane tuttavia la legge precedente, un attacco alla libertà religiosa.
Gandhinagar (AsiaNews) – Il governatore dello Stato occidentale del Gujarat ha bocciato il nuovo testo della Legge sulla libertà religiosa (meglio conosciuta come Legge anti-conversione) approvato nel 2006 ed oggetto di forti controversie perché “discriminatorio” nei confronti delle minoranze religiose. I parlamentari hanno reintegrato la versione precedente, approvata nel 2003.
 
L’arcivescovo di Gandhinagar e segretario della Conferenza episcopale cattolica indiana, mons. Stanislaus Fernandes, commenta ad AsiaNews: “La legge in questione era inaccettabile soprattutto per la ripartizione che imponeva all’interno delle varie religioni, ma questo è un ottimo segnale di distensione per tutti noi”.
 
Secondo il testo, gianisti e buddisti sono indù, così come cattolici e protestanti sono cristiani. “Se questo può essere accettato da un punto di vista ecumenico – riprende l’arcivescovo – una divisione di questo tipo non può formare una base di giurisprudenza”. Tuttavia, sottolinea il presule, “rimane il problema delle Leggi anti-conversione. Queste sono un assalto alla libertà religiosa, che invece dichiarano di voler proteggere, e configurano una violazione diretta ai principi sanciti nella nostra Costituzione”.
 
La Legge anti-conversione del 2003, finora rimasta solo sulla carta in Gujarat, mira soprattutto ad impedire le conversioni dall'induismo al cristianesimo. Nel caso un indù voglia diventare cristiano, dovrà infatti come prima cosa avvertire il magistrato distrettuale ed ottenerne il permesso. In caso contrario, la sua conversione verrà annullata.
 
Per quanto riguarda l’operato del governatore Narendra Modi, accusato di voler creare una situazione settaria nello Stato, mons. Fernandes dice: “Personalmente sono convinto che voglia la pace nel Gujarat: più volte ci ha detto che le sue porte sono sempre aperte, e ci ha chiesto di denunciare ogni caso di persecuzione o violenza di tipo religioso”.
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