18/04/2023, 14.01
VIETNAM
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Ha Long Bay: cacciati i pescatori per far spazio al turismo (che però inquina)

Trasferiti alcuni allevamenti ittici considerati illegali: le autorità provinciali hanno raccolto tonnellate di boe in plastica e zattere in bambù. Da anni il governo vietnamita accoglie i turisti nella baia, ma è proprio questo settore a provocare i maggiori danni ambientali.

Hanoi (AsiaNews) - Le autorità della provincia Quang Ninh si stanno affrettando a raccogliere migliaia di boe di polistirolo lasciate nelle baie di Ha Long e Bai Tu Long da una serie di allevamenti ittici chiusi dal governo nei giorni scorsi. L’attività di pesca nelle due baie è stata bandita cinque anni fa per fare spazio alle crociere turistiche, che però hanno un impatto altrettanto (se non più) dannoso sull’ambiente.

Cao Tuong Huy, presidente ad interim della provincia che confina a nord con la Cina, ha spiegato che le città di Ha Long e Cam Pha, che gestiscono le due baie, al momento non hanno alcun piano per gestire i rifiuti di polistirolo lasciati in acqua dopo il trasferimento delle famiglie di pescatori, ma hanno l’obbligo di raccogliere tutti i rifiuti entro il 28 aprile.

Gli allevamenti ittici hanno cominciato a essere considerati illegali nel 2018 dopo la diffusione di un divieto governativo in base al quale sarebbero state ammesse solo le attività di pesca autorizzate dal governo o a scopo turistico per proteggere in particolare la biodiversità della baia di Ha Long, dichiarata patrimonio dell’Unesco nel 1994. I trasgressori sono puniti con il sequestro e la distruzione del materiale da pesca. 

Secondo quanto riportato dalle amministrazioni locali, la città di Ha Long ha finora raccolto 2.500 metri cubi di polistirolo e 50 pezzi di zattere di bambù mentre Cam Pha ha raccolto oltre 250mila boe e più di 1.000 pezzi di zattere di bambù. 

L’intera provincia di Quang Ninh ha una costa lunga 250 km, ma secondo il Dipartimento dell'agricoltura e dello sviluppo rurale locale, gli allevamenti “illegali” occupano 970 ettari di mare.

Prima della pandemia da covid-19, almeno 6 milioni di turisti visitavano ogni anno i 2mila isolotti carsici di Ha Long Bay, chiamati anche i “gioielli del dragone” per il loro valore estetico e geomorfologico. 

Secondo i residenti locali, la fauna ittica negli anni ha cominciato a calare a causa dei rifiuti domestici e dell’inquinamento prodotto dal turismo di massa nella baia. La concentrazione di sostanze tossiche è andata aumentando di pari passo con la produzione di rifiuti in plastica. In base a dati risalenti al 2020, ogni anno ad Ha Long vengono generate 8.283 tonnellate di plastica, di cui oltre 5mila vengono scaricate in mare. Il turismo genera 34 tonnellate di rifiuti al giorno. Il governo del Vietnam ha proposto prima il trasferimento dei villaggi di pescatori nell’entroterra e poi imposto il divieto di pesca, e anche le Nazioni unite hanno provato a intervenire con vari progetti di sensibilizzazione nel tentativo di ridurre la plastica generata dal turismo. 

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