03/02/2006, 00.00
palestina
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Hamas: niente sharia, i "fratelli cristiani" cittadini a pieno titolo

di Abou Mahmud

Il movimento fondamentalista, vincitore delle elezioni palestinesi, dice ad AsiaNews di voler costituire un "governo civile", fa grandi offerte di fratellanza verso i cristiani, programma un incontro con i patriarchi e cerca contatti col Vaticano.

Betlemme (AsiaNews) - Niente sharia, perché "non si forza alla fede", ma un governo civile che renda giustizia a tutti coloro che hanno sofferto o sono stati vessati, anche a causa della corruzione, siano essi musulmani o i "fratelli cristiani", che Hamas considera "cittadini con tutti i diritti e doveri", "con la loro libertà di pensiero e di religione". I vincitori delle elezioni palestinesi, pressati dalle richieste della comunità internazionale di abbandonare la violenza e riconoscere Israele, vogliono evidentemente tranquillizzare il mondo cristiano preoccupato per i possibili risvolti integralisti della loro affermazione e in un'intervista ad AsiaNews lanciano offerte di amicizia e fratellanza. Una "campagna" che si manifesta anche nell'aver programmato un incontro con i patriarchi e i capi di istituzioni religiose di Terra Santa, martedì 7, e nella ricerca di contatti col Vaticano.

Alle domande di AsiaNews ha risposto Anwar Zbouan, eletto nelle liste di Hamas a Betlemme, che "ha portato le risposte della leadership del movimento".

Hamas è conosciuto come un movimento fondamentalista ed alcuni cristiani hanno espresso  preoccupazione verso il suo futuro governo. Quale sarà la politica del movimento verso i cristiani?

I fratelli cristiani sono nostri compagni nelle sofferenze e sono vicini ed amici. L'occupazione israeliana nella sua brutalità non ha fatto differenze tra cristiani e musulmani e fra loro come fra noi ci sono martiri, feriti, prigionieri e vi assicuro che i cristiani sono cittadini con tutti i diritti e doveri e con la loro libertà di pensiero e di religione nella vita quotidiana.

State pensando di introdurre la sharia?

Il movimento islamico di Hamas mira a stabilire un governo civile e non uno religioso. Un governo civile basato sulla libertà; come dice l'Altissimo: "non si forza alla fede" e dunque noi non forzeremo nessuno ad aderire ai principi religiosi, perché questo è legato all'appagamento della persona e al mantenimento delle convinzioni religiose, specialmente per i fratelli cristiani.

In anni recenti, nei Territori Palestinesi i  cristiani sono stati ingiustamente depredati dei loro terreni, delle loro case, fatti oggetto di violenze…Come vuole Hamas trattare queste ingiustizie?

La ragione per la quale Hamas fa parte del parlamento è combattere la corruzione e i corrotti e rendere giustizia a tutti delle ingiustizie, senza distinzioni per la loro religione o le loro convinzioni intellettuali o politiche. Siamo tutti cittadini e nessuno è al di sopra della legge; così noi vogliamo la separazione del potere giudiziario da quello legislativo e esecutivo e vogliamo batterci per gli oppressi fino a eliminare l'ingiustizia. Tutti possono testimoniare che i figli del Movimento islamico hanno le mani pulite e che non sono mai stati coinvolti in ingiustizie nei confronti di altri o in appropriazione di proprietà. I  fratelli cristiani di Betlemme lo possono testimoniare.

La comunità internazionale chiede ad Hamas di riconoscere l'esistenza di Israele e minaccia di isolarlo se non lo farà. Come pensa Hamas di comportarsi verso Israele e le pressioni internazionali? Avete un piano di coesistenza con Israele?

La presenza dello Stato di Israele è un fatto, ma è uno Stato occupante, che ha usurpato la nostra terra, rubato i nostri beni, imposto ogni tipo di umiliazioni e atti inumani verso il nostro popolo; tutte le leggi internazionali e divine ci garantiscono il diritto di resistere all'occupazione e la resistenza finirà quando l'occupazione finirà. Vogliamo dire a tutti che il nostro conflitto con gli ebrei non ha fondamento teologico o religioso, ma è a causa dell'occupazione della nostra terra e noi resistiamo agli occupanti senza riguardo alla loro fede o alle loro convinzioni.

Quanto alla comunità internazionale, noi assicuriamo che gli aiuti per il popolo palestinese sono per i figli del popolo palestinese e che sono utilizzati per costruire il loro benessere nei diversi settori e non per un partito e riteniamo che sospendere gli aiuti è una punizione verso tutto il popolo palestinese e la sua democrazia e che questo non ha giustificazioni.

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