02/07/2012, 00.00
HONG KONG - CINA
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Hong Kong, la Marcia per i diritti umani travolge gli appelli di Hu Jintao all'armonia

di Paul Hong
Circa 400mila persone - secondo gli organizzatori - hanno partecipato alla marcia del 1° luglio. Critiche al nuovo capo del governo, accusato di corruzione; alla politica del caro-casa; alle violenze contro il dissidente Li Wangyang, "suicidatosi" mentre era sotto la custodia della polizia cinese. Disturbato il discorso ufficiale di Hu Jintao; critiche alla guarnigione dell'esercito di liberazione di stanza ad Hong Kong; assalto alle transenne dell'albergo dove Hu era ospitato.

Hong Kong (AsiaNews) - Decine di migliaia - forse centinaia di migliaia - di persone hanno manifestato ieri nel centro dell'isola di Hong Kong mentre era in atto la visita del presidente cinese Hu Jintao. L'enorme flusso dei manifestanti ha domandato più democrazia per il territorio e rispetto per i diritti umani nella madrepatria; Hu Jintao, che ha assistito in mattinata al giuramento del nuovo capo dell'esecutivo, Leung Chun-ying, ha chiesto di superare le divisioni e far crescere "armonia e stabilità" rispondendo ai "bisogni della popolazione" e facendo attenzione alle "tensioni sociali".

Hu Jintao era in visita ad Hong Kong per celebrare il 15mo anniversario del ritorno del territorio alla madrepatria. La cerimonia principale, con ospiti scelti, si è svolta ieri mattina all'Hong Kong Convention and Exhibition Centre. Un membro del Partito democratico, Ken Tsang Kin-chiu è riuscito a fermare il discorso del presidente cinese, gridando a voce alta: "Giustizia per il massacro di Tiananmen! Fatela finita con il Partito unico!". Egli è riuscito anche a stendere uno striscione prima che 10 guardie lo prendessero e lo trascinassero fuori. È stato rilasciato dopo poco tempo.

Nel pomeriggio, col caldo torrido, una marcia di decine di migliaia di persone - 400mila secondo gli organizzatori; 60mila secondo la polizia - è sfilata dal Victoria Park fino a Central. Ci sono volute più di quattro ore perché tutto il corteo si muovesse. Le ragioni della marcia sono varie: critiche sul modo di scegliere il capo dell'esecutivo (un gruppo di 1200 grandi elettori, comandati da Pechino); critiche a Leung Chun-ying, nuovo capo dell'esecutivo, per alcune illegalità scoperte nella costruzione della sua casa e perché è troppo filo-Pechino; critiche per la morte del dissidente Li Wangyang, eroe di Tiananmen, apparentemente "suicidatosi" mentre era sotto custodia della polizia cinese; critiche al caro-casa, che sta mettendo in ginocchio molte famiglie di Hong Kong.

Nel discorso del mattino, Hu Jintao ha ribadito la politica di "Un Paese, due sistemi", che permette ad Hong Kong un tenore di vita e libertà maggiori che nella madrepatria. Ma in questi 15 anni, il controllo della Cina sul territorio si è accresciuto dal punto di vista economico, politico e militare. Molti attivisti hanno criticato l'esibizione di forza di due giorni fa, ad opera di Hu Jintao che è sfilato in una parata con la guarnigione dell'Esercito della liberazione presente ad Hong Kong.

Alcuni dimostranti hanno perfino tentato di assaltare la recinzione attorno all'hotel dove Hu era ospite.

Le manifestazioni del primo luglio sono divenute una tradizione dal 2003. Quell'anno, il governo di Hong Kong, guidato da Tung Chee-hwa, aveva preparato una legge (l'Art. 23) sulla sicurezza, che bloccava molte libertà di associazione e di parola. Alla manifestazione del 2003 hanno partecipato oltre mezzo milione di persone. Tung Chee-hwa ha dovuto archiviare la legge.

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