06/09/2007, 00.00
CINA – TAIWAN
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Hu Jintao avverte: pronti a tutto per evitare la secessione di Taiwan

Il presidente cinese ha ribadito l’opposizione ai piani separatisti dell’isola. Le dichiarazioni rilasciate alla vigilia dell’incontro Apec, con la speranza che i vari leader presenti sostengano la sua posizione.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente cinese Hu Jintao ha avvertito ieri Taiwan di “non provare ad allontanarsi dalla madrepatria” ed ha aggiunto che “Pechino si oppone in maniera risoluta” al referendum proposto dal governo taiwanese riguardo l’ingresso dell’isola nelle Nazioni Unite.
 
Nella sua prima risposta pubblica al piano “indipendentista” del presidente di Taipei Chen Shui-bian, Hu ha sottolineato la “grande sincerità” del governo cinese nel cercare di mantenere la pace e la stabilità sullo Stretto di Taiwan. Ma ha anche avvertito: “Siamo pronti a fare di tutto per evitare l’indipendenza dell’isola”.
Le richieste di Taiwan mirano a riottenere il seggio all'Onu che le venne tolto nel 1971, dopo le aperture ella comunità internazionale al governo di Pechino. Sino ad ora, le Nazioni Unite hanno rigettato le richieste di Taipei, mantenendo in vigore la risoluzione del '71 che ammette Pechino come "unico rappresentante della Cina".
 
Le dichiarazioni di Hu Jintao rientrano nei toni che vengono solitamente usati dalla leadership cinese riguardo alla questione Taiwan, separata de facto dalla Cina continentale sin dal 1949, anno in cui si concluse la guerra civile con la cacciata dei nazionalisti guidati da Chiang Kai-shek. Tuttavia, il leader cinese ha deciso di ripeterle a poche ore dall’incontro con il presidente americano George Bush, che avverrà durante la riunione dell’Apec prevista per oggi.
 
Lo scopo del presidente cinese è quello di ottenere un chiaro messaggio anti-secessione dai leader delle varie nazioni riuniti per l’occasione. Secondo diversi analisti, è molto probabile che la Cina ottenga questo messaggio, date le critiche espresse persino da Washington al piano di indipendenza di Taiwan.
Nel 2005 Pechino ha varato una legge anti-secessione, in cui si ammette anche l'uso di "mezzi non pacifici" per salvaguardare l'unità dela nazione cinese.
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