13/06/2025, 08.34
KIRGHIZISTAN-RUSSIA
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I migranti kirghisi nel traffico di droga in Russia

di Vladimir Rozanskij

A Biškek circolano avvisi in cui si promette di guadagnare fino a 1.000 dollari alla settimana, due volte di più dello stipendio medio mensile di un lavoratore kirghiso, per "lavori" che nascondo in realtà il reclutamento di corrieri della droga. L’accusa di traffico di stupefacenti in Russia può comportare da 20 anni di prigione all’ergastolo. E molti dalle carceri finiscono direttamente al fronte in Ucraina.

Biškek (AsiaNews) - A Biškek, la capitale del Kirghizistan, non è difficile trovare offerte per lavori ben pagati in Russia. Molte di esse si risolvono poi con l’invio alla guerra in Ucraina, dopo aver dato l’illusione di poter risolvere i propri problemi finanziari. Si diffondono anche avvisi, appesi in tutti gli angoli della città, in cui si promette di guadagnare fino a 1.000 dollari alla settimana, due volte di più dello stipendio medio mensile di un lavoratore kirghiso, per lavori che richiedono un impegno massimo di 3-4 ore al giorno, con viaggio e soggiorno gratuiti in Russia.

Un corrispondente di Migrant Media si è collegato tramite Telegram con l’account a cui risalgono queste allettanti proposte, e la risposta ha confermato quanto si sospettava: il lavoro è veramente collegato al trasporto di narcotici illegali. Molti cittadini del Kirghizistan accettano tali proposte, nonostante i tanti rischi ad esse collegati. L’accusa di traffico di stupefacenti in Russia può comportare da 20 anni di prigione all’ergastolo.

La “carriera del corriere” della droga (kariera narkokurjera, come viene chiamata) è in realtà molto corta, come spiega a Migrant Media un giurista specializzato nelle questioni dell’immigrazione, Mirlan Toktobekov, aggiungendo che “di tutti i crimini compiuti dai cittadini kirghisi nella Federazione Russa, la maggior parte è collegata al traffico di droga”. Si è chiuso da poco un processo a cui ha partecipato lo stesso Toktobekov, in cui un kirghiso di 27 anni ha ricevuto una condanna di 15 anni di detenzione, per aver trasportato un pacco.

In alcuni casi i corrieri coinvolti negli schemi criminali vengono poi consegnati alle forze dell’ordine dagli stessi trafficanti, perché “quando arriva il momento di pagarli, gli organizzatori dello schema criminale preferiscono disfarsene, facendoli arrestare”, commenta l’avvocato kirghiso. In tali situazioni uno straniero in Russia, che sia stato coinvolto in affari di droga, non ha più alcuna possibilità di difendersi.

In generale “i diritti dei nostri connazionali in Russia sono difesi in modo assai debole”, osserva Toktobekov, ed è molto facile ricevere condanne ulteriori oltre a quelle legate effettivamente ad azioni illegali, perché “le persone che provengono dall’Asia centrale sono bersagli facili in questi sistemi”. Il ministero degli interni del Kirghizistan ha dichiarato che le autorità di Biškek stanno svolgendo indagini per smascherare gli organizzatori degli schemi criminali che coinvolgono i propri cittadini, ma i successi di queste azioni sono molto limitati.

Come ha comunicato il portavoce del Servizio di controllo per il traffico di stupefacenti del ministero kirghiso degli interni, Kanybek Usenov, i controlli vengono svolti in coordinamento con la Russia e con gli altri Paesi dell’Asia centrale. Durante una di queste indagini i kirghisi sono riusciti a far chiudere un sito internet per la vendita di narcotici, arrestando tre sospetti, un cittadino del Kirghizistan, uno dell’Uzbekistan e uno della Russia.

Le conseguenze per gli stranieri accusati di questi traffici in Russia possono andare molto al di là degli anni di reclusione. Secondo i dati del Servizio federale penitenziario della Russia, attualmente nelle prigioni russe sono detenuti oltre 30 mila cittadini stranieri, e il 70% di essi provengono dall’Asia centrale; oltre a vessazioni e violenze nelle carceri, spesso questi prigionieri vengono reclutati a forza per partecipare alle azioni militari russe in Ucraina.

Il progetto ucraino “Voglio Vivere” (Khoču Žit), che propone ai soldati occupanti di arrendersi, ha comunicato che oltre tremila cittadini dell’Asia centrale stanno attualmente combattendo in Ucraina dalla parte dei russi, ma sono già diverse centinaia quelli che si sono consegnati all’esercito di Kiev.

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