11/06/2011, 00.00
TURCHIA
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I numeri fatidici del voto turco

di NAT da Polis
Alle elezioni di domani i partiti si scontrano sui quorum di 367 e 330 seggi necessari per cambiare la costituzione. L’alleanza fra il Partito del movimento nazionalista e il Partito repubblicano frena una possibile maggioranza assoluta dell’Akp di Erdogan. Le due formazioni conservatrici vogliono impedire all’avversario di raggiungere anche la maggioranza relativa necessaria per un referendum di modifica costituzionale senza l’ok di altri partiti.

Istanbul (AsiaNews) - Si è conclusa in Turchia  la più lunga campagna  elettorale  per le elezioni politiche che si terranno domani, indette per riformare  la costituzione turca nata al seguito del golpe militare  del 1980.[1]

Queste elezioni sono di fondamentale importanza perché definiranno il volto futuro della Turchia. Con tali premesse gli elettori si aspettavano una campagna elettorale basata  sulle proposte dei partiti, con grandi dibattiti sui programmi elettorali. Invece, nulla di tutto ciò  è accaduto. Infatti, tutte le formazioni politiche hanno tenuto ben chiuse le loro carte, preferendo diffamarsi l’un l’altro per impedire il raggiungimento dei due quorum. Essi sono i cosìddetti numeri “fatidici”  367 e 330. Il primo rappresenta la maggioranza dei 2/3 dei seggi parlamentari, fondamentale per cambiare la costituzione, il secondo è invece il numero necessario di voti in parlamento per poter indire un referendum popolare di modifica costituzionale.

Secondo le previsioni il partito di Erdogan dovrebbe vincere le elezioni con un 46-50%. Tuttavia per poter ottenere la maggioranza di 2/3 deve sperare che il Partito del movimento nazionalista (Mhp), terzo partito del Paese, non superi il 10%. Secondo i sondaggi l’Mhp raccoglierà al massimo l’11.5%, con un sensibile calo rispetto al 14,7% del 2007. Al contrario il Partito repubblicano del popolo (Chp), il più antico partito turco, è in aumento e secondo i sondaggi  passerà dal 20.87% del 2007 a un 27-30%,  incassando l’ elettorato in  fuga dall’ Mhp. Infatti, se questo partito non raggiungerà il quorum del 10 % vi sarà una trattativa per il travaso controllato di voti tra Chp e Mhp, per impedire a Erdogan di raggiungere la maggioranza di 2/3.

Altro terreno di scontro è il quorum di 330 seggi. Il numero consente al partito di maggioranza di ricorrere al voto referendario per far passare i cambiamenti alla costituzione in caso di mancato accordo sulle riforme con altri partiti o deputati indipendenti. Per questa ragione tutti i partiti sono ricorsi ad accuse di qualsiasi natura pur di raccogliere voti.

Nelle scorse settimane l’ Akp  ha tirato fuori lo scandalo rosa contro alcuni personaggi del Mhp, per gettare discredito e impedire al partito di raggiungere il quorum del 10%. Allo stesso modo, Chp e Mhp hanno accusato i membri dell’Akp di corruzione e di essersi arricchiti in modo illecito. Ciò per impedire al partito di ottenere il quorum di 330 deputati e costringerlo a patti sulla riforma costituzionale, senza ricorrere all’ arma del referendum, consapevoli che giocherebbe a favore di Erdogan.

Grande impressione hanno provocato gli interventi di giornali esteri come Economist e New York Times che in questi mesi hanno incitato i turchi a non votare Erdogan per evitare un suo eccessivo potere. A questo atteggiamento l’ Akp ha risposto con i dati della Banca Mondiale, che nel 2011 prevede una crescita economica della Turchia pari al 6%. Nonostante i dati favorevoli, la disoccupazione giovanile si aggira ancora intorno al 15%. Ciò rende le dichiarazioni dei media stranieri un fattore determinante, che potrebbero influenzare l’elettorato e il risultato finale delle elezioni.

 
[1] La modifica più importante proposta dall’Akp consiste nel voler variare gli art. N. 16 e N. 26 che riguardano la composizione della Corte suprema e del Consiglio superiore della magistratura, ultimi baluardi del vecchio establishment, che funzionano di fatto come “uno Stato nello Stato”, capace di bloccare l’operato del parlamento in ogni tentativo di riforma dela società turca al di fuori del dogma kemalista. 
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