I presidenti 'ritoccati' dell'Asia Centrale
Postura ideale, sorriso bianco, viso liscio abbinato a folti capelli grigi, o ancora neri e brillanti: dal Turkmenistan all'Uzbekistan o al Kazakistan i capi di Stato appaiono sempre in perfetta forma e pieni di vitalità nelle immagini ufficiali. E c'è anche chi con photoshop fa aggiungere centimetri per non sfigurare accanto alla stazza di Donald Trump.
Astana (AsiaNews) - Nelle immagini delle cronache ufficiali, i presidenti dei Paesi dell’Asia centrale appaiono sempre perfetti: una postura ideale, un sorriso bianco come la neve, un viso liscio abbinato a folti capelli grigi, o ancora neri e brillanti. Se si confrontano questi ritratti con quelli dei reportage delle agenzie internazionali, l’illusione svanisce subito, e appare evidente che le rappresentazioni statali altro non sono che il frutto di un’attenta rielaborazione digitale.
I fotografi ufficiali dei presidenti sono spesso oggetto di critiche, e non soltanto per gli eventi in cui sono coinvolti. Quasi sempre le immagini sono oggetto di ritocchi in ogni dettaglio, appianando le rughe, tinteggiando i capelli, sbiancando le dentature, a volte elevando l’altezza del leader e disegnando un bel sorriso sulle labbra. A volte questi interventi sono talmente evidenti, che i “presidenti ritoccati” diventano oggetto di scherno e di meme sulle reti social.
In Turkmenistan, dove il culto della personalità dei capi assume un significato quasi sacrale, le immagini iconiche sono particolarmente elaborate, e i due Berdymukhamedov padre e figlio, Gurbanguly e Serdar, non mostrano mai alcun capello grigio e alcuna ruga, sorridendo sempre anche contro il resto dell’attitudine corporea. Solo il “padre della patria”, l’Arkadag Gurbanguly, da quando ha ceduto al figlio la poltrona, riporta una gradevole striscia di grigiore sapienziale sulla folta capigliatura scura e accuratamente pettinata. Nelle foto fatte al Cremlino di Mosca o all’Akorda di Astana, la sua pelle appare peraltro assai meno giovanile, mentre al figlio Serdar spesso vengono addolcite le angolazioni più rigide del volto e della postura.
Il giornalista Toktosun Šambetov, della redazione di Radio Azattyk, è stato testimone di un intervento quasi in diretta, quando ad un incontro di Serdar con il presidente del Tatarstan, Rustam Minnikhanov, subito dopo aver scattato le immagini i fotografi turkmeni “per quasi un’ora hanno rielaborato i risultati”, tagliando la testa di Berdymukhamedov per via di un’espressione alquanto infelice, e sostituendola con un bel viso sorridente, prendendo i particolari dalle foto di riserva e regolando l’altezza dei protagonisti e del contesto. A volte, in queste lavorazioni scappano dei difetti imprevisti, come un dito in meno o un orecchio storto.
Il più ritoccato nella tradizione centrasiatica era il primo presidente dell’Uzbekistan, Islam Karimov, a cui non soltanto si lisciava l’intero viso, ma veniva quasi sempre aumentata artificialmente l’altezza, essendo egli soltanto di 170 centimetri, mentre nelle foto poteva arrivare fino a 190, come in una foto con l’ex-presidente ucraino Viktor Janukovič, egli stesso di un metro e novanta, e Karimov che lo pareggiava nel confronto. Anche il suo successore, l’attuale presidente uzbeko Šavkat Mirziyoyev, non eccellendo in statura si fa rialzare di qualche centimetro, ma con maggiore moderazione rispetto a Karimov, riuscendo comunque a non sfigurare a fianco di un colosso della stazza di Donald Trump.
Il 72enne Kasym-Žomart Tokaev, presidente del Kazakistan, si fa sempre togliere il doppio mento e rinfrescare le gote, in realtà piuttosto rugose, e nelle foto di gruppo vengono ripuliti anche i personaggi di contorno, per dare una generale impressione di freschezza. Una volta queste correzioni si facevano a mano, ma l’avvento dell’intelligenza artificiale oggi facilita e amplia a dismisura l’arte del ritocco fotografico.
La vanità non è l’unica motivazione di questo lavoro artistico, che serve anche a rafforzare l’immagine dei leader pieni di vitalità ed entusiasmo nel loro lavoro a nome di tutto il popolo, come del resto avviene anche per il presidente russo Vladimir Putin, le cui immagini ritoccate hanno spesso dato adito all’ipotesi dell’utilizzo di vari sosia e avatar, viste le grandi differenze rispetto all’immagine naturale del capo del Cremlino. Il più naturale di tutti i grandi capi appare il presidente del Kirghizistan, Sadyr Žaparov, le cui fotografie non sono quasi mai rifatte, a volte sono semplici scatti da smartphone, e anche il presidente del Tagikistan in carica da oltre 30 anni, Emomali Rakhmon, sembra non preoccuparsi troppo di apparire vecchio e un po’ trasandato, sapendo che basta il suo sguardo severo e il sorriso cinico per fugare ogni dubbio sulla sua eterna e immarcescibile autorità. Tanto tra poco cederà il posto al figlio Rustam Emomali, un giovane quarantenne dal sorriso smagliante.
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