29/12/2003, 00.00
iran - vaticano
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I vescovi e fedeli cattolici iraniani si impegnano nell’aiuto ai terremotati

Intervista a Mons. Angelo Mottola, Nunzio apostolico a Tehran

Tehran (AsiaNews) – Le poche migliaia di cattolici dell’Iran hanno cominciato a raccogliere soldi e medicine da inviare alle vittime del terremoto che venerdì scorso ha colpito la zona di Bam, nella provincia di Kerman. Lo ha detto ad AsiaNews il Nunzio Apostolico di Tehran, mons. Angelo Mottola.

Le cifre aggiornate parlano di almeno 30 mila vittime. Ma nella zona di Bam, dove il terremoto ha raso la suolo l’antica città, non vi sono cristiani. Mons. Mottola precisa: "Non ci sono cristiani, ma vi sono molti amici. E purtroppo non si riesce ancora a comunicare. Anche i cellulari non funzionano e sono preoccupato perché non ho ancora notizie se questi amici sono vivi o morti".

Mons. Mottola è a Tehran da quasi 4 anni. "La situazione è davvero sull’orlo della disperazione", dice. "Per questo, appena ci siamo resi conto del disastro, sabato 27 abbiamo fatto una riunione con i vescovi della Chiesa cattolica e abbiamo deciso di aiutare come possiamo la popolazione di Bam". Da ieri domenica 28, in tutte le parrocchie e le chiese dell’Iran i cattolici hanno aperto una sottoscrizione per raccogliere fondi da inviare ai terremotati. La comunità cattolica iraniana è piccolissima: circa 16 mila persone su una popolazione di 62 milioni. In passato, soprattutto sotto il regime di Khomeini, non ha avuto vita facile. Ora, con la presidenza di Khatami i rapporti stanno migliorando. Ieri la Chiesa Cattolica ha consegnato al governo un dono di 100 milioni di rials (circa 12.500 dollari USA). "La somma non è grande, dice il Nunzio, ma è un primo segno di vicinanza e solidarietà con questi nostri fratelli".

"Abbiamo anche domandato alla Caritas Internazionale di impegnarsi in questo che è un atto di umanità e di solidarietà importantissima. La situazione è davvero spaventosa: oltre al dramma dei morti, i vivi hanno bisogno di tutto: cibo, medicine, tende, coperte… Non hanno nulla, vivono e dormono in una zona desertica. Anche le comunicazioni sono difficili: per raggiungere i luoghi del disastro vi è solo un piccolo aeroporto e una strada nel deserto".

Molte Caritas hanno già risposto all’appello: quella olandese, tedesca, Caritas Internationalis. Stamane a Tehran sono giunti anche i rappresentanti del Sécours Catholique, la Caritas francese. Le Caritas hanno già stanziato 50 mila euro ognuna. Questa somma va in parte ai bisogni d’emergenza (coperte, cibo, medicinali, ecc..); in parte viene stanziata per la ricostruzione dell’area di Bam che ha subito distruzioni per almeno l’80%.

Domenica, alla preghiera dell’Angelus, Giovanni Paolo II ha spinto alla solidarietà verso i terremotati i cattolici di tutto il mondo e la comunità internazionale. "Sono molto confortato dall’appello del Santo Padre per i terremotati di Bam, ha detto mons. Mottola, spero davvero che il mondo e soprattutto i cristiani accolgano questo invito pressante".

Anche le altre comunità cristiane dell’Iran, ortodosse e protestanti, stanno raccogliendo beni di prima necessità, come coperte e vestiti, da inviare ai terremotati.

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