12/10/2021, 11.00
PAKISTAN
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I vescovi pachistani: assegnare subito 30mila posti di lavoro per le minoranze lasciati vacanti

di Shafique Khokar

La legge garantisce una quota del 5% di impieghi riservati ai gruppi minoritari ma 30mila di questi impieghi sono vacanti. Il presidente della Conferenza Episcopale: "Garantire il totale delle assunzioni entro il 2021". 

Lahore (AsiaNews) - Il presidente della Conferenza episcopale del Pakistan, l'arcivescovo di Rawalpindi/Islamabad mons. Joseph Arshad, prende posizione sulla questione delle migliaia di posti di lavoro che per legge dovrebbero essere assegnati alle minoranze e  invece restano vacanti. 

La legge del Pakistan, infatti, garantisce una quota del 5% di impieghi lavorativi riservata ai gruppi minoritari per favorirne l'integrazione e l'autonomia finanziaria. Ad oggi, però, solo una minima parte di queste assunzioni è stata attuata dai singoli governi federali e provinciali. Secondo alcuni dati citatati qualche settimana fa da Shoaib Suddle, presidente della commissione per le minoranze voluta dalla Corte suprema pakistana, attualmente ci sono ben 30mila posti di lavoro di questo tipo vacanti in tutto il Paese.  

Per mons. Joseph Arshad "le minoranze religiose comprendono comunità emarginate e spesso discriminate a tutti i livelli della vita sociale. Fissare una quota di lavoro del 5% è stata una buona mossa per facilitarne l'integrazione e le condizioni di vita. Tuttavia, apprendiamo tristemente che questa misura non è stata compresa nel suo spirito e non è stata attuata da tutti i governi provinciali". L'arcivescovo ha anche aggiunto come, secondo la conferenza episcopale, il governo dovrebbe garantire che le assunzioni siano completate entro la fine del 2021, oltre che continuare a impegnarsi per limitare la discriminazione delle minoranze. 

In un Paese in cui il problema delle discriminazioni e del mancato rispetto dei diritti umani è sempre molto caldo, la Commissione nazionale per la giustizia e la pace (NCJP), organismo per i diritti umani della Conferenza episcopale pakistana, ha intanto ribadito la preoccupazione in seguito al rifiuto, da parte del Ministero degli affari religiosi e dell'armonia interreligiosa e del Consiglio di Ideologia Islamica (ICC), di una proposta di legge la cui attuazione avrebbe punito le conversioni religiose forzate. "Il rifiuto del progetto di legge va contro il diritto alla libertà religiosa - ha dichiarato mons. Samson Shukardin, vescovo della diocesi di Hyderabad -. Con questa decisione, si legittima la violenza dei criminali e li si incoraggia ad usare la religione come alibi per i crimini di rapimento, stupro e di conversione forzata all'Islam contro ragazze appartenenti alle minoranze". 

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