23/11/2017, 11.40
PAKISTAN
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Islamabad, minoranze religiose sempre meno rappresentate

di Kamran Chaudhry

È discriminazione contro le comunità che già vivono nella paura. Il numero dei seggi nelle assemblee nazionali e provinciali sono aumentati, ma non la quota per le minoranze. La denunicia di attivisti e politici. Vescovi cattolici: l’attuale sistema elettorale non rappresenta le comunità. Parlamentare: indifferenza anche dai nostri compagni di partito.

Lahore (AsiaNews) – È sempre più ridotta la rappresentanza delle  minoranze religiose in Pakistan: nonostante l’aumento dei seggi complessivi negli organi legislativi, il numero dei posti ad esse riservati è fermo a quello fissato nel 1985. È quanto sostengono attivisti e parlamentari cristiani e musulmani intervenuti ieri a Lahore a un seminario dal tema “La contrazione dello spazio politico per le minoranze”.

Condivise, nell’occasione, le loro posizioni sul ruolo dei media, della società civile, dell’istruzione e del sistema politico nel proteggere i diritti delle minoranze religiose che compongono meno del 4% del Paese di 220 milioni di abitanti.

Sarwar Bari, musulmano e coordinatore nazionale della Pattan Development Organization, afferma che “con la crescita della popolazione, sin dal 2002 il governo del Pakistan ha aumentato i seggi delle assemblee nazionali e provinciali, ma non ha compiuto alcuno sforzo per accrescere i parlamentari delle minoranze. Anche i seggi riservati alle donne negli organi legislative continuano a crescere. Questa è discriminazione e ingiustizia contro le comunità che già vivono nella paura”.

Per la Chiesa, la rappresentanza delle minoranze è una fonte di grande preoccupazione. Nel 1985, dei 237 seggi dell’Assemblea nazionale 10 erano riservati ai non-musulmani. Numero che è rimasto immutato anche quando nel 2002 l’allora dittatore Pervez Musharraf ha incrementato il numero delle poltrone a 342.

“Purtroppo, la loro rappresentanza si è ridotta in tutte e quattro le assemblee provinciali”, aggiunge Bari, spiegando che prima del 2002 l’assemblea del Punjab aveva 8 posti per le minoranze in una camera di 248, Sindh ne aveva 9 su 109, Balochistan 3 su 43 e Khyber Pakhtunkhwa 3 su 83. Ora, il numero dei legislatori non-musulmani rimane lo stesso nonostante i seggi siano divenuti 371 nel Punjab, 168 a Sindh, 65 nel Balochistan e 124 a Khyber Pakhtunkhwa.

In una dichiarazione rilasciata questo mese, i vescovi cattolici criticano il sistema elettorale congiunto in vigore, nel quale i partiti politici islamici scelgono i parlamentari delle minoranze attraverso un sistema proporzionale. Per i vescovi, l’attuale sistema elettorale “non rappresenta la comunità, e per questo chiediamo al governo di creare un sistema giusto e equo”.

Shunila Ruth, membro dell’assemblea provinciale, afferma che rappresentare le minoranze in parlamento è una sfida difficile. “Il problema delle minoranze viene sollevato solo da parlamentari non-musulmani e non siamo sostenuti quasi per nulla non solo dalla maggioranza, ma neanche dai rappresentati delle minoranze. Non c’è alcun coordinamento fra di noi”.

“I membri dell’assemblea del nostro stesso partito mostrano la medesima indifferenza”, continua la rappresentante. “Non siamo assegnati a nessuna circoscrizione, un’assembla provinciale riguarda l’intera provincia. Nelle regole elettorali o parlamentari le minoranze nelle assemblee provinciali non sono neanche menzionate.

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