21/07/2025, 16.40
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Ielpo: 'In Terra Santa guardando a chi porta i tratti del Cristo povero e crocifisso'

A Gerusalemme il nuovo Custode francescano ha compiuto questo pomeriggio il suo ingresso solenne. “Ogni pietra di questa terra grida e supplica una pace autentica e duratura, una speranza certa", ha detto ai frati e alle delegazioni presenti. Dopo quello con Netanyahu oggi papa Leone XIV ha avuto un colloqio telefonico anche con il presidente palestinese Abbas. I ministri degli Esteri 

Gerusalemme (AsiaNews) – “Nella tempesta che sta attraversando la Terra Santa sento il bisogno di tenere lo sguardo fisso su Gesù. Ma non su un Gesù astratto. Voglio tenere lo sguardo fisso su quel Gesù che posso riconoscere nei Sacramenti, nella Parola di Dio, ma anche e soprattutto nel volto di tanti fratelli e sorelle che specialmente qui in Terra Santa portano i tratti del Cristo povero e crocifisso”.

È con queste parole - ricollegate al brano evengelico in cui Gesù invita Pietro a camminare sul mare in tempesta - fra Francesco Ielpo, ha cominciato questo pomeriggio a Gerusalemme il suo ministero di Custode di Terra Santa, cioè superiore dei frati minori che vivono il loro ministero nella Città Santa, ma anche in Israele, Palestina, Giordania, Siria, Libano, Egitto, Cipro e Rodi. Nominato ufficialmente il 24 giugno scorso - con la conferma da parte di Leone XIV dell’elezione compiuta dal capitolo dei frati - Ielpo, italiano di 55 anni, ha fatto oggi come da tradizione il suo ingresso nella Città Vecchia di Gerusalemme, entrando dalla Porta di Jaffa per raggiungere a piedi la chiesa di San Salvatore, la sede della Custodia, poco lontana dalla basilica del Santo Sepolcro.

Qui – nel corso della celebrazione dei vespri - ha ricevuto dal suo predecessore Francesco Patton il sigillo della Custodia, davanti ai rappresentanti delle altre confessioni cristiane e delle autorità civili, giunti per questo momento solenne insieme a numerosi fedeli. A tutti il nuovo Custode ha rivolto il saluto di pace di Gesù. “Oggi più che mai - ha commentato - la pace è il primo essenziale e indispensabile dono che dobbiamo invocare per la Terra Santa e per il nostro cuore”. Assicurando la piena collaborazione della Custodia nel servizio alla città di Gerusalemme e ai popoli che la abitano, Ielpo ha rivolto l’invito a camminare insieme, “primo passo per diventare veri costruttori di pace in questo momento delicato, drammatico e pieno di sfide”.

“Vengo come fratello e padre di tutti”, ha aggiunto rivolgendosi in italiano ai frati della Custodia. “Ogni pietra di questa terra grida e supplica una pace autentica e duratura, una speranza certa - ha aggiunto -. Come frati della Custodia provenienti da Paesi, culture e tradizioni diverse abbiamo certamente punti di vista, idee e opinioni differenti. Ma saremo autentici testimoni di pace e speranza solo se insieme, pur nella diversità, guarderemo nella stessa direzione, tenendo tutti lo sguardo fisso su Gesù”.

Affidandosi alla preghiera di tutti, Ielpo ha infine ringraziato pubblicamente il suo predecessore Francesco Patton “per il servizio svolto con intelligenza, saggezza e instancabile generosità in questi nove anni ricchi di sfide sempre nuove”.

Nel frattempo in Terra Santa quella di oggi è stata un’altra giornata segnata dal dolore e dalla preoccupazione per la situazione a Gaza e in Cisgiordania. Su questi temi – dopo quella del premier israeliano Netanyahu, all’indomani dell’attacco israeliano alla parrocchia della Sacra Famiglia – oggi Leone XIV ha ricevuto una telefonata anche dal presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen).

“Nel corso della conversazione telefonica – ha reso noto la sala stampa vaticana con una nota - il Santo Padre ha rinnovato l’appello al pieno rispetto del diritto internazionale umanitario, sottolineando l’obbligo di proteggere i civili e i luoghi sacri e il divieto dell’uso indiscriminato della forza e del trasferimento forzato della popolazione. Considerata la drammatica situazione umanitaria, si è enfatizzata l’urgenza di prestare soccorso a chi è maggiormente esposto alle conseguenze del conflitto e di permettere l’ingresso adeguato di aiuti umanitari”.

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