01/09/2022, 08.50
RUSSIA
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Il Cremlino porta in guerra anche la Madonna

di Vladimir Rozanskij

La Madonna “Donskaja” esposta a Mosca per ispirare il successo russo nel conflitto in Ucraina. Le autorità ortodosse avevano fatto lo stesso con la Trinità di Rublev. Il patriarca Kirill continua con la sua retorica bellica pro-Putin e chiude ulteriormente al dialogo con l’Occidente rinunciando a partecipare anche all' XI assemblea del Consiglio mondiale delle Chiese (Cec), il maggiore organismo ecumenico che si riunisce a Karlsruhe.

Mosca (AsiaNews) – Dopo aver arruolato nell’esercito la Santissima Trinità con la famosissima icona di Andrej Rublev, il patriarca ortodosso Kirill convoca anche la Madre di Dio nell’immagine di un’altra icona strappata alla Galleria Tret’jakov.

La Madonna “Donskaja” è esposta da ieri fino al 2 settembre nella grande cattedrale del monastero Donskoj, al centro di Mosca: servirà alla venerazione “militante” dei fedeli ortodossi impegnati nella restaurazione della Santa Russia con la guerra di liberazione dell’Ucraina, invasa dal “depravato” Occidente.

Il simbolismo bellico è strettamente collegato all’analoga trasferta della Trinità. L’icona di Rublev era infatti tornata nella Lavra di San Sergij, dove è sepolto il santo monaco di Radonež che l’aveva commissionata al suo discepolo Andrej, e aveva benedetto le armate del principe Dmitrij di Mosca per la battaglia con i tartari sulle rive del sacro Don.

La vittoria di Kulikovo del 1380 è considerata la data di nascita della Santa Russia di Moscovia, che in seguito si è proclamata “Terza Roma”; Dmitrij si è meritato l’appellativo di “Donskoj”, da cui il titolo del grande monastero a lui dedicato, chiuso dai sovietici e riaperto ancora negli anni di Mikhail Gorbačëv (appena defunto), segnando gli albori della rinascita religiosa post-comunista. L’icona Donskaja è considerata miracolosa per i numerosi prodigi ottenuti grazie alla sua intercessione, ma anche per l’evocazione storico-ideologica che rappresenta.

Se la Trinità di Rublev è stata “scritta” (come si dice per le icone, che sono testi di rivelazione più che dipinti) intorno al 1420, per l’origine della Madonna Donskaja si hanno solo leggende, secondo le quali i cosacchi del Don l’hanno portata in dono beneaugurante a Dmitrij alla vigilia della battaglia di Kulikovo.

Davanti a questa immagine ha pregato il primo zar Ivan il Terribile nel 1552, prima di partire per la conquista del khanato dei tatari di Kazan, la vittoria definitiva sugli invasori dell’Orda d’Oro. Ivan ha portato poi in battaglia un’altra icona diventata ancora più famosa, la Madonna di Kazan, confermando l’attiva partecipazione della Madre di Dio ai successi dell’esercito russo. Questa devozione bellica è confermata nella chiesa della Vittoria inaugurata nel 2020, dove un mosaico raffigura Maria assunta in cielo tra le mitragliatrici sovietiche impegnate a scacciare i nazisti.

Il patriarca Kirill sceglie quindi di ergersi ancor più solennemente sul trono della Chiesa che combatte contro il mondo intero corrotto dal demonio, proprio mentre si apre in Germania, a Karlsruhe, l’XI Assemblea del Consiglio mondiale delle Chiese (Cec), la massima assise ecumenica a cui egli stesso aveva più volte partecipato attivamente in anni lontani. Il percorso spiritual-ideologico di Kirill è quantomai emblematico della deriva della Russia putiniana, dal dialogo all’isolamento.

La riunione del Consiglio era considerata l’ultima occasione per Kirill per tornare a mostrarsi direttamente in Occidente e confrontarsi con le altre confessioni cristiane, dopo aver rifiutato anche l’occasione di incontrare papa Francesco nella terra “neutra” del Kazakistan. Diverse voci avevano proposto in questi mesi al comitato esecutivo del Cec di espellere il patriarcato di Mosca dallo stato di membro, e se finora questo non era avvenuto è stato anche per offrire ai russi di venire a spiegarsi a Karlsruhe.

All’Assemblea sarà comunque presente una delegazione di Mosca guidata dal giovane metropolita Antonij (Sevrjuk), che ha da poco sostituito Ilarion (Alfeev), esiliato in Ungheria. Probabilmente Kirill pensava anche a questa occasione di confronto, quando ha deciso poche settimane fa di insediare a sorpresa un uomo a lui più fedele, per evitare che Ilarion cedesse a qualche proposta di cattolici e protestanti: la Russia oggi non cede a nessuno, né in Ucraina né in Germania, perché deve salvare il mondo dall’Anticristo, con l’aiuto della Madonna del Don(bass).

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