26/11/2003, 00.00
Tibet - Cina
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Il Dalai Lama: non isolate la Cina, ma date l'autonomia al Tibet

Roma (AsiaNews) È giunto ieri in Italia il Dalai Lama e domani si incontrerà in forma privata con Sua Santità Giovanni Paolo II. Il capo dei buddisti tibetani è stato invitato dall'Intergruppo parlamentare Italia-Tibet, di cui fanno parte rappresentanti di tutte le forze politiche del parlamento italiano. Parlando con alcuni giornalisti, egli ha detto che per aiutare la causa tibetana è necessario non isolare la Cina: "l'appoggio che i Paesi europei possono dare e' quello di promuovere la democrazia e lo Stato di diritto in Cina. Si può incidere di più con i rapporti d'amicizia che non con l'isolamento".

 

Tenzin Gyatso, 68 anni, 14mo Dalai Lama, è il capo spirituale e politico di 6 milioni di tibetani nel mondo. Dopo la soppressione di una rivolta per l'indipendenza del Tibet, occupato dalla Cina nel '50, è in esilio dal '59. Egli si è assunto il compito di ricordare al mondo il destino del suo popolo, minacciato di estinzione geografica, culturale e religiosa.

Al contrario di quanto afferma ancora adesso la propaganda di Pechino, il Dalai Lama non chiede l'indipendenza assoluta del Tibet, ma un'autonomia culturale e religiosa: egli stesso, nell'ottobre del 2002, quando il dialogo con Pechino sembrava riaprirsi – con la visita del fratello del Dalai Lama in Tibet ha detto di volere "l'educazione, la salvaguardia della cultura, della spiritualità e dell'ambiente sotto il controllo tibetano", aggiungendo che il  Governo di Pechino poteva mantenere il controllo della difesa e degli affari esteri. La Cina rispose che non ci sarebbe stato alcun cambiamento politico finchè il Dalai Lama non avesse fermato la sua "attività separatista" e considerato Tibet e Taiwan come "un'inalienabile parte della Cina".

Il 10 marzo 2003, in occasione del 44mo anniversario dell'insurrezione nazionale tibetana egli ha dichiarato: " Poiché la nostra lotta si basa sulla verità, la giustizia, la non violenza, e non è diretta contro la Cina, abbiamo potuto ricevere la crescente simpatia e l'aiuto della comunità internazionale compreso quello di alcuni cittadini cinesi. Voglio esprimere il mio apprezzamento e la mia gratitudine per questa importante solidarietà".

Nel corso di tutti questi anni, facendo base a Dharamsala, in India, dove ha sede il governo tibetano in esilio, egli ha compiuto innumerevoli viaggi in tutto il mondo per promuovere la causa dell'autonomia tibetana. Negli ultimi mesi si è recato in America, dove ha ricevuto la solidarietà del Presidente Bush, in Francia, in Spagna. La maggior parte dei governi, per non rovinare i rapporti con la Cina, preferisce incontrare il Dalai Lama come personalità religiosa e in forma privata. Alcuni governi, come la Sud Corea, hanno preferito perfino non dare il visto di entrata. In Italia dove ha incontrato il sottosegretario degli esteri Margherita Boniver e il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini con il quale ha affrontato il tema del "dialogo interreligioso". Anche dai microfoni di radio France, lo scorso mese, il Dalai Lama aveva affrontato il problema del rapporto tra diverse religioni invitando i fedeli cattolici a non abbandonare il Cristianesimo per abbracciare il Buddismo.

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