08/04/2024, 08.42
RUSSIA
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Il calo demografico nell’Estremo Oriente russo

di Vladimir Rozanskij

Negli ultimi vent'anni gli abitanti della Siberia sono diminuiti del 7%, e quelli dell’Estremo Oriente del 10,4%. Lo spopolamento non riguarda più solo le zone agricole, ma coinvolge anche le città medie e grandi. Ed entro il 2050 gli effetti dei cambiamenti climatici potrebbero ulteriormente accentuarlo.

Mosca (AsiaNews) - Crescono le preoccupazioni per la curva discendente dei numeri della popolazione in Russia, dovuta a tanti fattori, di cui la guerra in Ucraina è uno dei più dirompenti negli ultimi due anni. A fronte delle promesse di grande sviluppo economico e sociale che giungono dal Cremlino, in particolare grazie alla “svolta verso Oriente” della politica nazionale ed estera, risulta ancora più evidente la crisi demografica proprio nell’Estremo Oriente della Russia, che costituisce “una minaccia alla sicurezza di tutta la Federazione”, come afferma in una relazione presentata nei giorni scorsi da Andrej Klepač, principale economista dell’Istituto Veb.Rf sul tema “Organizzazione dello spazio russo nella nuova realtà”.

Secondo le osservazioni dell’esperto, “la Siberia e l’Estremo Oriente sono territori che attendono ancora di essere popolati e fatti propri, e se non lo facciamo noi lo farà qualcun altro”, alludendo principalmente ai cinesi e altri asiatici che stanno aumentando le loro migrazioni su queste terre. “Esiste un enorme squilibrio tra le percentuali di presenza della popolazione russa nei territori della Federazione – insiste Klepač – e questo risulta particolarmente evidente se si confrontano le cifre delle regioni settentrionali della Cina”.

Sono tre le regioni cinesi che confinano con l’Estremo Oriente russo: lo Heilongjiang, la Mongolia interna e lo Jilin, che contano rispettivamente 37,5 milioni, 25,5 milioni e 27 milioni di abitanti. In tutta la parte russa adiacente vi sono soltanto 7,87 milioni di abitanti, secondo i dati ufficiali del 1° gennaio 2024, con un calo di 37.500 rispetto al 2023. Si tratta di una vera sfida demografica, a cui la Russia deve trovare delle risposte adeguate: in tutto il Paese il calo negli ultimi 20 anni sfiora l’1% della popolazione, oltre un milione e mezzo di persone in meno, anche tenendo conto dei 3 milioni aggiunti con l’annessione della Crimea del 2014. Nello stesso arco di tempo gli abitanti della Siberia sono diminuiti del 7%, e quelli dell’Estremo Oriente del 10,4%.

Le previsioni sul prossimo futuro sono ancora più sconsolanti, giungendo a un crollo di oltre il 10% per tutta la parte asiatica della Russia entro il 2045. Il processo di spopolamento è particolarmente attuale per le zone agricole, ma negli ultimi decenni ha interessato l’intero territorio, comprese le città medie e grandi, riferisce la relazione, per cui “servono almeno altri 10 milioni di persone” per mantenere degli standard accettabili di vita sociale. Le migrazioni interne e quelle più o meno programmate da vari Paesi, non solo dalla Cina, potrebbero in parte riempire questi vuoti, ma rischiano di essere comunque insufficienti.

Un ulteriore dato preoccupante viene dagli studi offerti dal Centro per le ricerche interdisciplinari del potenziale umano della Scuola Superiore di Economia di Mosca, analizzando i cambiamenti climatici entro il 2050, che se possono avere dei miglioramenti nella parte europea della Russia, si muovono invece verso il peggio in diverse zone della Siberia e dell’Estremo Oriente. L’aumento dell’umidità e delle precipitazioni, insieme alla velocità dei venti nel periodo invernale soprattutto nella zona del Bajkal e nel Sud estremo-orientale, potrebbero ridurre le zone accessibili alla vita della popolazione. In Jacuzia e sulle rive del mare di Okhotsk, a nord della parte rivolta all’Oceano Pacifico, si renderanno più difficili le condizioni di sussistenza, per non parlare delle terre verso il Mar Glaciale Artico.

Tutta la regione asiatico-pacifica sta crescendo, mentre la parte russa è la più limitata nel potenziale di cooperazione e integrazione reciproca, confrontandosi con i colossi della Cina, del Giappone e della Corea del Sud. In questa fase di gravi rotture e conflitti il problema è acuito dagli schieramenti, che vedono Mosca allearsi con la Corea del Nord, lo Stato più ostile a tutti gli altri. Mosca è lontana migliaia di chilometri da queste terre, e nonostante i proclami del presidente Putin e dei suoi funzionari a tutti i livelli, il destino dell’Asia è sempre meno a disposizione della Russia.

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